Alessandro Sallusti: "Grillini e Travaglio da boia a ghigliottinati"
"Nei Cinquestelle è gara a scaricare quello che fino a ieri era l'uomo più potente del Movimento (Luca Lanzalone, ndr) e che ora si trova agli arresti per corruzione e associazione a delinquere. Marco Travaglio, megafono grillino, non si dà pace e firma senza vergognarsi uno dei suoi capolavori). Alessandro Sallusti nel suo editoriale sul Giornale attacca il direttore del Fatto per quell'articolo in cui la sintesi è questa: "Il caso Lanzalone è solo sfiga, era un grande con un curriculum da premio Nobel e nessuno poteva immaginare che fosse un furbacchione probabilmente corrotto. Avete presente quando un genitore si ritrova con un figlio delinquente o drogato e invece che a se stesso dà la colpa alla società: era un bravo ragazzo, me l' hanno rovinato". Leggi anche: "Ora chi sa deve parlare", Berlusconi assedia i grillini: chi vuole far crollare / Foto Ma Lanzalone "non è un caso di sfiga, è un caso dei Cinquestelle probabilmente più diffuso di quanto possiamo immaginare". Il loro mondo, conclude Sallusti, "è inquinato come tutti gli altri e da inquisitori i Travaglio d'Italia si ritrovano a fare gli agnellini che al confronto Emilio Fede con Berlusconi appare oggi come uno con le palle". Grillo, Casaleggio, Di Maio "e tutta la combriccola potevano non sapere. Anzi, a leggere Travaglio «dovevano» non sapere. Altrimenti casca l' asino. Da «onestà, onestà» a «omertà, omertà»".