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Piero Fassino, zimbello mondiale. "Guardate la Germania...", così ha fatto fuori i tedeschi da Russia 2018

Giulio Bucchi
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La maledizione di Piero Fassino colpisce ancora. Aveva sfidato Beppe Grillo a fondare un partito, e il M5s ha asfaltato il Pd. Aveva sfidato l'allora consigliera Chiara Appendino a candidarsi sindaco, e la grillina dopo qualche mese gli ha soffiato la poltrona. E ora, dopo l'eliminazione clamorosa della Germania al primo turno dei Mondiali, cosa mai successo nella storia del calcio tedesco, non può non tornare alla mente quello che l'infausto ex segretario dei Ds diceva nel novembre 2017, quando l'Italia fu fatta fuori agli spareggi dalla Svezia (che a sua volta ha eliminato i campioni del mondo in carica): "Il nostro calcio va rinnovato - pontificava Fassino -. Ricordo che una delle cose che ha favorito il rinnovo del calcio tedesco, dopo una crisi molto dura, è stata la legge sulla cittadinanza che Schröder approvò. Non voglio mescolare calcio con politica, ma dico che lo Ius Soli può contribuire a questa innovazione". Leggi anche: "Cara Merkel, ognuno...", anche il "buono" Morandi umilia i tedeschi Poco più di sei mesi dopo, lo Ius soli è un ricordo lontano dei tempi di Boldrini e Kyenge e la favola della "Germania multietnica" è evaporata (e anche in politica si sta andando su quella strada). "Si è consumato un ciclo, bisogna aprirne uno tutto nuovo", ammoniva Fassino. In questo ci aveva visto giusto, il guaio è che il vecchio ciclo era il suo. 

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