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Rolling Stone, il manifesto anti-Salvini? Selvaggia Lucarelli demolisce la rivista: "Perché dovreste tacere"

Maria Pezzi
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Selvaggia Lucarelli, che di Rolling Stone (il sito) è stata direttrice per qualche mese, sputtana la rivista per il chiacchierato manifesto anti-Salvini firmato da vip e personaggi vari. Dice che è l'ultima che può fare la moralizzatrice. Perché? Per varie ragioni. "Sono stata tre mesi a Rolling Stone e francamente un appello per una società aperta, libera e moderna me lo sarei aspettato più da Erdogan che dal mondo Rolling Stone Italia", scrive la giornalista. "Il motivo per cui dopo tre mesi ho rassegnato le dimissioni", racconta, "è proprio che di moderno, libero, solidale, lì dentro forse al massimo c'è la macchinetta del caffè che distribuisce caffè a tutti. Non avevo mai visto un ambiente di lavoro così tossico, illiberale, ostile, scorretto". Per approfondire leggi anche: Rolling Stone, chi sono i vip di sinistra che attaccano Salvini La Lucarelli entra nei dettagli. "Nei tre mesi in cui ho provato a lavorare con voi", ricorda, "mi è stato impedito di realizzare un servizio su Ticket one e la truffa del secondary ticketing per ragioni di convenienza, mi è stato proibito di far esprimere libere opinioni a giornalisti su dischi, attori e altro per ragioni di denaro o convenienza". Ci sono stati anche episodi inquietanti: "È venuto l'Inpgi per controllare le posizioni lavorative dei giornalisti e diverse persone sono state fatte scappare giù in strada perché avevano contratti da lavoratori esterni e erano gentilmente invitate a lavorare IN UFFICIO e da casa anche nel weekend". "Alla mia più diretta collaboratrice", spiega Selvaggia, "che aveva un contratto da esterna ed era tutti i giorni in ufficio, a un certo punto è stato chiesto di non accompagnare più i figli a scuola e di presentarsi 30 minuti prima degli altri in redazione".  E ancora: "L'editore urla e umilia continuamente i suoi dipendenti, al punto che, per rimanere in tema umanità, c'è più gente che negli ultimi anni è scappata da Rolling Stone che dalla Siria. E così via". "Ergo, DA VOI la copertina di sinistra proprio no", conclude la Lucarelli. Da applausi, insomma. Infine, una battuta anche sul ministro dell'Interno: "Detesto Salvini, ma almeno lui è quello che è, senza doppia morale. E se ne ha una doppia, nel suo caso, quella nascosta non può che essere migliore di quella che mostra".

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