Marcello Veneziani: "Ma che razzisti sono gli anti-razzisti"
Più razzisti dei razzisti ci sono gli anti-razzisti. A sostenerlo è Marcello Veneziani che su il Tempo spiega la sua tesi partendo da una premessa: innanzitutto "Il riconoscimento delle razze implica le differenze tra le etnie e non la superiorità o l'inferiorità razziale. Diventa razzismo quando si impone il primato di una razza e si dispone la persecuzione di un'altra, fino all'aberrazione estrema dello sterminio". Leggi anche: Avvenire, altra vergogna: ieri, su Daisy Osakue... Lo sfregio al buonsenso Fatta questa premessa, continua Veneziani "arrivo a dire che rispetto a queste premesse sono relativamente pochi i reati compiuti dai medesimi tra violenze, stupri, furti, aggressioni, disordine sociale. E in rapporto a questi, sono ancora più esigui gli episodi di intolleranza da parte degli italiani che si possano veramente ricondurre al razzismo. Casi di maleducazione, difficile convivenza, violenza scoppiano ogni giorno, soprattutto nei luoghi più degradati o negli spazi pubblici più affollati di mi Daisy Osakue l'atleta azzurra ferita da un lancio di un uovo. Ma il razzismo non c' entra". E conclude: "Oggi il peggior razzismo è esercitato da una minoranza contro la maggioranza degli italiani. E il razzismo dell' antirazzismo. Oggi il razzismo più opprimente e intimidatorio, è etico, e non etnico; è quello culturale, politico, ideologico di una «razza eletta» rispetto al popolaccio che sceglie di pancia il sovranismo ed è perciò bollato come naturaliter razzista. Il razzismo degli antirazzisti diventa delinquenziale quando identifica l'amor patrio, il legame identitario e nazionale, col razzismo, che nella peggiore delle ipotesi è una sua degenerazione". Purtroppo "il razzismo da tempo soffia anche nei tribunali, perché è facile il passaggio tra l'accusa ideologica e l'accusa penale. Volenterosi magistrati non mancano a supporto della caccia al razzista. E assurdo tenere in vita leggi speciali, come la legge Mancino, per colpire il razzismo e dintorni. Bastano le leggi ordinarie del nostro codice che puniscono ogni violenza e sopraffazione compiuta".