Marcello Veneziani: "La rivincita di Giuseppe Conte, il premier che non c'era"
Figurante? Sì ma Giuseppe Conte "fa la sua figura". "Finora nel suo giro del mondo in settanta giorni non ha mai sbagliato un gesto, una frase, una dichiarazione. L'unica gaffe appartiene alla sua vita anteriore, quando scriveva curriculum per gonfiarsi un po'". Marcello Veneziani, su il Tempo, traccia un ritratto del premier, che "il poco che ha detto e il pochissimo che ha fatto, l'ha detto e l'ha fatto bene, senza mai sbilanciarsi". Leggi anche: "Eroi? No, che roba siete". I sinistri dell'anti-razzismo demoliti e zittiti da Veneziani Il suo è un "equilibrismo prodigioso", è riuscito "a non dispiacere a Di Maio, Salvini e Mattarella, anzi ha dato l'impressione di concordare con ciascuno di loro". Tanto che non viene "attaccato da nessuno, stampa inclusa". E, ammette Veneziani, "ogni volta che lo vedo, e soprattutto lo sento, ho una sensazione d'incredulità e di simpatia, quasi d'affetto. Il miracolo dell'Uomo qualunque al governo". Veneziani parla dell'"avvento al potere di un premier estratto a sorte, una premiership senza leadership. Non è una novità assoluta, ricorderete i tanti governi balneari della prima repubblica, i governi ponte e i mezzi presidenti che stavano lì come facenti funzione, vicari e controfigure dei cavalli di razza". Insomma, Conte "fa il vicepremier dei suoi vicepremier, fa il sottosegretario del suo sottosegretario, Giorgetti. Fa il pesce in barile con furbizia e sobrietà. Non escludo che col tempo il maggiordomo diventi signore".