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Matteo Salvini e il selfie ai funerali di Genova, dove si spinge Repubblica: "È come...", pagina-vergogna

Giulio Bucchi
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Aggrapparsi a tutto, pur di ricoprire di fango e contumelie Matteo Salvini. Sulla scia di quanto detto e fatto da quelli del Pd, anche Repubblica commenta a modo suo il selfie di (sarebbe meglio dire con) il vicepremier ai funerali di Stato a Genova per le vittime del crollo del ponte Morandi. Si potrebbe parlare di opportunità e buon gusto (magari criticando più la ragazza, forse una parente di una vittima, che Salvini) ma no, il quotidiano di riferimento del centrosinistra non si accontenta. E parla, nel commentone di Michele Smargiassi a pagina 5, addirittura di perfetto esempio "finta parità potere-sudditi". Perché il selfie, spiega Repubblica, in questo caso è la "foto con la celebrità", che ha sostituito il vecchio autografo. "Ben prima dei politici televisivi - scrive il commentatore -, i re taumaturghi sapevano quanto fosse rischioso rifiutare il tocco guaritore della loro mano ai malati giunti al loro cospetto. Anche papa Francesco si concede ai selfie, magari scegliendo meglio le occasioni". Leggi anche: Sinistra smascherata, perché il selfie di Salvini è "una montatura" "Il selfie - si legge ancora - sembra essere il ricatto del suddito al potente. Che però fa più comodo al potente che al suddito. A cui il potente finge di cedere ma che in realtà sfrutta interamente a suo vantaggio". "Un gesto del sovrano sovranista, che sovranamente poteva essere evitato, anche a costo di deludere una fan". "Chi ha il potere lo usa. Chi non ce l'ha, applaude e chiede selfie". E chi non ha argomenti migliori, se ne inventa.

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