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Matteo Salvini querelò Stefano Buffagni, ora trattano per "salvare" il governo di Lega e M5s

Caterina Spinelli
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Rinviata al 22 ottobre l'udienza del processo per diffamazione tra Matteo Salvini e Stefano Buffagni. Il ministro dell'Interno aveva querelato il sottosegretario agli Affari Regionali, perché quest'ultimo aveva indicato Salvini come "parte di un sistema marcio che sta infettando le istituzioni e che brucia i soldi dei lombardi e che se a Roma c'era Pd e Mafia Capitale, in Lombardia il sistema è in mano alla Lega, ma alla fine sono sempre i cittadini a pagare". Ora però le cose sono cambiate e tra il leghista e il grillino c'è di mezzo un governo, il loro. Per questa ragione i due stanno cercando di raggiungere una riappacificazione senza ricorrere a maniere forti.  Leggi anche: Le mille facce dei grillini: sempre più numerosi i sostenitori di Roberto Fico Salvini e Buffagni si erano incontrati già in Tribunale il 22 gennaio, quando il leader della Lega aveva citato Buffagni con l'accusa di aver "screditato l'immagine del partito proprio in piena campagna elettorale e proprio là dove si concentra l'opinione pubblica: i social network". L'allora consigliere regionale, di tutta risposta, aveva definito il gesto come una semplice "denuncia politica". Ad oggi risultano parecchi i punti per i quali il governo gialloverde si divide, ma questo non sembrerebbe proprio il caso. 

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