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Antonio Ingoria, addio scorta: "Matteo Salvini non mi risponde neanche"

Antonio Ingroia

Gino Coala
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All'ex magistrato ed ex aspirante leader della sinistra Antonio Ingroia non sono rimasti più incarichi da ricoprire e con loro è andata via anche la scorta. L'avvocato Ingroia, già pm al processo per la famigerata trattativa Stato-mafia e poi presidente dell'agenzia di riscossione della Regione Sicilia, ha ricevuto dal ministero dell'Interno una comunicazione che suona tanto di fine carriera decretata con bollo ufficiale, visto che il motivo della rimozione della scorta da parte della prefettura di Roma è stato motivato con queste crudissime parole: "Alla luce della cessazione dell'incarico di amministratore unico di Sicilia e-Servizi e della mancata elezione alle Politiche". Leggi anche: Ingroia, l'indiscrezione in procura: verso il processo per peculato Al povero Ingroia nel corso degli anni, da due per l'esattezza, era già stata declassata la scorta al "quarto livello", che prevedeva automobile non blindata e agente-autista. Non c'era motivo di confermargliela, ma lui quel passaggio lo ricorda come un gesto eroico: "Scelsi il silenzio per un malinteso profilo da uomo delle istituzioni", peccato però che di incarichi istituzionali l'avvocato Ingroia non ne ricopriva neanche uno, quindi la decisione della prefettura era stata sacrosanta. Proprio in silenzio però Ingroia non è stato, ha provato a scrivere all'ex ministro Marco Minniti e poi a Matteo Salvini: "Che al contrario del predecessore non mi ha nemmeno risposto. Ma la mia non è una protesta, non ho nemmeno fatto ricorso al Tar, che era una mia facoltà". Un eroe insomma.

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