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Roberto Saviano, il baciamano e lo schifo contro Salvini "corrotto": "Sottomissione, vi spiego una cosa"

Gino Coala
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È bastato un gesto spontaneo come il baciamano di un cittadino di Afragola a Matteo Salvini per scatenare Roberto Saviano, che su Repubblica si è cimentato in un'analisi infinita con citazioni un tanto al chilo di storia, sociologia e retorica spiccia per arrivare alla solita ossessiva conclusione sul leghista. Leggi anche: Saviano fuori controllo: "Salvini votato dalla camorra", il leghista lo annienta così Secondo Saviano il baciamano è solo un segno di "sottomissione", lo era nei confronti dei preti in passato, poi verso i nobili e infine nei confronti dei mafiosi e dei politici, tutti corrotti ovviamente. Perciò il baciamano per Salvini rappresenta solo il male assoluto: "È il sigillo di quell'eterno voto di scambio e dell'eterno vassallaggio latifondista in cui oggi la Lega e il M5s diventano i nuovi feudatari". La visione che Saviano ha dei suoi conterranei campani è a dir poco pessimistica, sono casi disperati perché da sempre "votano il politico peggiore perché sapevi che, mentre dal politico che faceva una campagna elettorale promettendo maggiore giustizia sociale ottenevi un percorso lungo di lavoro o magari non ottenevi nulla, dal politico compromesso ottenevi la possibilità, in cambio di un voto di un favore, di avere una concessione, fosse pure solo un pacco di pasta". La considerazione della democrazia e del suffragio universale di Saviano è tutta lì: chi vince in Campania è per forza corrotto, anche se non ci sono prove, non ce n'è bisogno, Saviano sa.

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