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Lucia Annunziata a sorpresa, demolisce Emmanuel Macron: "Ma cosa vuoi dall'Italia?"

Gino Coala
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Nel giro di poche ore, i rapporti tra Italia e Francia sono degenerati fino al punto di rottura più imprevedibile, cioè la decisione di Emmanuel Macron di richiamare l'ambasciatore in Italia. Un gesto che trova un precedente solo nel 1940, il che conferma quanto sproporzionata sia la reazione del presidente francese alle critiche che gli sono piovute negli ultimi mesi da parte dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Leggi anche: Macron non vuole vederlòo, Salvini lo gela: "Convoco il ministro francese" I due leader dei partiti di maggioranza, come scrive Lucia Annunziata sull'Huffingtonpost, di certo non hanno fatto mancare occasioni di scontro con l'Eliseo. Ma se almeno Salvini ha sempre battagliato con Macron nel merito delle politiche sull'immigrazione, con il presidente francese che ha sempre predicato bene e razzolato a modo suo, Di Maio è riuscito a provocare l'irritazione della presidenza francese per mera convenienza elettorale, andando a incontrare alcuni leader dei Gilet gialli, quelli più marginali poi e legati alle frange più controverse, che quindi neanche rappresentano la maggioranza del movimento di protesta. Il comportamento dei due vicepremier comunque è sempre rimasto nell'ambito delle schermaglie politiche. Macron, invece, come ribadisce l'Annunziata: "Ha perso ogni bussola istituzionale", proprio lui che rappresenta un Paese in cui "il rispetto delle istituzioni è quasi sacro". Ed è con quella reazione estrema che Macron ha dato "ulteriore prova della sua debolezza - ha aggiunto l'Annunziata - Da molti mesi ormai sembra aver rinunciato, di fronte al cambio del panorama europeo, al ruolo di guida illuminata dell'Europa così caro e ammirato da tutta l'Europa". Durissimo il titolo dell'editoriale dell'Annunziata: "Ma cosa vuole Macron dall'Italia?". Da tempo ormai il presidente pretende di applicare in Europa regole che non intende assolutamente applicare alla sua Francia. E gli esempi si sprecano, dalle politiche economiche ipernazionaliste a favore delle proprie imprese, fino al rinnovo del trattato di Aquisgrana firmato con la Germania. "Si può essere i paladini di un'unità europea, si può essere anche i paladini di una riforma democratica delle istituzioni europee e contemporaneamente mettersi al di fuori, se non di sopra delle stesse regole europee?". La crisi di Macron in fin dei conti è identica a quella sua Francia, alle prese con l'ondata di nuovi movimento di protesta, disorientato al punto da andare nel panico senza trovare soluzioni che lo salvino.

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