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Alessandro Sallusti, Giulia Sarti e "il pegno da pagare": cosa c'è dietro lo scandalo delle foto a luci rosse

Ventura Cigno
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Quella che potrebbe sembrare apparentemente una storia boccaccesca è in realtà la rivelazione di un mondo marcio, basato su intrighi e ricatti. È questo il pensiero del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti apparso nel suo editoriale a proposito della vicenda di Giulia Sarti. La deputata attualmente alla gogna mediatica per alcuni suoi scatti hard diffusi in rete starebbe dunque pagando il dazio per un modus operandi oscuro, proprio dei pentastellati. Leggi anche: "Roba meschina e indegna". La Sarti e le foto hot, Feltri a valanga su Lilli Gruber Quello di Sallusti è un giudizio netto: "Quello che inquieta nel caso di Giulia Sarti non è il contenuto delle foto che ritraggono la politica grillina in pose hard, e neppure che questi scatti si siano diffusi rapidamente in tutto il Web, terra di Far West e di ipocrita libertà. (…) Quello che inquieta, dicevamo, è altro e riguarda da una parte la democrazia e dall'altra la sicurezza nazionale, cioè qualcosa che ricorda più la criminalità politica di quella comune o il Decamerone". Sulla diffusione illecita delle immagini e la sfera privata della Sarti, secondo il direttore, è giusto che se ne occupino la magistratura e la polizia postale. Ciò che piuttosto preoccupa il Sallusti è l'agire poco trasparente dei grillini, che adesso si è ritorto contro la deputata. Ecco perché ha aggiunto: "Qui parliamo di telefonini e computer violati e di politici, i grillini, che filmano riunioni (non solo conviviali ma anche di lavoro), che registrano l'audio di incontri e telefonate, che archiviano ogni messaggino e Whatsapp a futura memoria, ovviamente uno all'insaputa dell'altro, pronti a usare questo materiale alla bisogna per difendersi o per attaccare il rivale interno o trarne qualche tipo di vantaggio".

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