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Rai, Lamberto Sposini accusa. Sui risarcimenti: "Ho dato tanto, non c'è memoria"

Maria Pezzi
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Sono passati ormai sette anni da quel giorno terribile e prosegue la battaglia legale tra Lamberto Sposini e la Rai. Il giornalista, tramite la sua famiglia e i legali, accusa viale Mazzini di negligenza nei soccorsi quando lui ebbe il malore di cui ancora oggi porta i segni sul corpo. Era al lavoro, pronto per andare in onda a La Vita in diretta con Mara Venier. Ma un' emorragia cerebrale l'ha colpito e l'uomo "che fino a quel momento aveva fatto della parola la sua esistenza, si è ritrovato a non poterla usare più", dice Sabina Donadio, ex compagna del giornalista, al Corriere della sera.  Con lui ha avuto una figlia, Matilde, che oggi ha 17 anni. Da mesi un collegio di giudici ha invitato le parti a trovare un accordo extragiudiziale, ma dalla Rai tutto tace e la proposta (in primo grado erano stati chiesti 11 milioni di euro, ora l' accordo si raggiungerebbe con 350 mila euro) non è mai arrivata. La prossima udienza d' appello è fissata per il 21 maggio. "Ci piacerebbe che la Rai fosse un interlocutore diverso, perché non si può liquidare così quello che è successo", dice Sabina,  giornalista.  Per approfondire leggi anche: Lamberto Sposini nel camerino di Barbara d'Urso L' avvocato Ada Odino, che tutela Matilde, spiega: "Quello che manca è proprio un riconoscimento di quello che è successo al padre. Dalla famiglia viene considerato più il lato morale che economico: è quello che ferisce. Si sarebbero aspettati un gesto riparativo. Parliamo di una bambina per cui il padre era un supereroe e di colpo si è trovata ad accudirlo. Resta un supereroe per lei, ma questo mutismo da parte della Rai pare quasi disinteresse". Bruno Tassone, legale di Sposini, è d' accordo: "Stiamo parlando di un conduttore che alla tv pubblica ha dato moltissimo. Inoltre, la Rai rischia una condanna per milioni di euro: perché non arrivare a un accordo che si chiuderebbe con 350 mila euro? Perché continuare questo stato di incertezza?".

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