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Mediaset, Csm: "Archiviare la posizione di Esposito"

Antonio Esposito

Il Csm chiede formalmente di archiviare la posizione della toga anti-Cav che spifferò le motivazioni della sentenza prima di depositarle

Nicoletta Orlandi Posti
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Sta per essere archiviato il caso del giudice Antonio Esposito, che anticipò in un'intervista al Mattino le motivazioni per le quali il collegio da lui presieduto in Cassazione ha condannato Silvio Berlusconi per frode fiscale nell'ambito del processo Mediaset. La toga anti-Cav, insomma, non si tocca: la Prima Commissione del Csm ha chiesto formalmente l'archiviazione al plenum di Palazzo dei marescialli, aggiungendo però anche che nessuna tutela del Consiglio Superiore della Magistratura deve essere data a Esposito per per gli attacchi ricevuti dopo l'intervista concessa al quotidiano partenopeo. Il giudice, infatti, aveva chiesto l'intervento di Palazzo dei marescialli, dopo alcuni articoli da lui ritenuti diffamatori pubblicati su alcuni quotidiani. La decisione è stata presa all'unanimità, come la decisione di chiedere al plenum l'archiviazione del fascicolo e dunque di escludere l'esistenza dei presupposti per un'eventuale trasferimento d'ufficio di Esposito per incompatibilità funzionale in accoglimento della proposta del relatore Mariano Sciacca, togato di Unicost. Per quanto riguarda la tutela chiesta da Esposito lamentando, in particolare, i contenuti di alcuni articoli di stampa sulla sua persona pubblicati nei giorni successivi alla sentenza di condanna definitiva per Berlusconi emessa dalla Cassazione il primo agosto scorso, la Commissione di palazzo dei Marescialli ha evidentemente ritenuto che non ci siano i presupposti per aprire una pratica a tutela perche' non vi sono stati in quel frangente attacchi tali da ledere il prestigio dell'intera magistratura come necessario, invece, per avviare pratiche di questo tipo. "Resta tuttora all'esame della Commissione la 'pratica a tutela' di carattere generale collegata alla medesima vicenda attivata da vari consiglieri, a salvaguardia della credibilità e del prestigio dell'intera magistratura", precisa il comunicato della Commissione.

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