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Ana Bettz fermata al confine su una Rolls Royce: quanti soldi nascosto nel baule. Una cifra mai vista

Maria Pezzi
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Trecentomila euro occultati in un elegante stivale a coscia alta che i finanzieri hanno trovato nel bagagliaio di una Rolls Royce con autista. Inizia così, alla frontiera di Ventimiglia, questo giallo che coinvolge una ricchissima ereditiera.  Il sospetto è che Anna Bettozzi, 59 anni, un passato da agente immobiliare a Roma, un presente da cantante (nome d'arte Ana Bettz), ex assistita del manager Lele Mora,  e di recente vedova del petroliere fondatore di Europetroli Sergio Di Cesare, non sia stata fermata casualmente al confine con la Francia, a una manciata di chilometri da Montecarlo e dalle sue banche accoglienti. Anche perché i controlli fra Italia e Francia avvengono ormai solo per scovare immigrati clandestini. Più probabile che in qualche modo su di lei fosse in corso un'indagine assai più approfondita. Per approfondire leggi anche: Imane Fadil, le parole choc di Lele Mora Aveva con sé 300 mila euro in contanti. Le Fiamme Gialle a quanto si è appreso avevano seguito l'auto sin dalla partenza: oltre ai 300 mila euro trovati a bordo, ne sarebbero stati trovati un altro milione e 700 mila in un luogo che non è stato svelato. La donna, imprenditrice e cantante, è ora indagata per riciclaggio dalla Procura di Imperia che vuole fare luce sulla provenienza di quel denaro. L'operazione è coperta dal massimo riserbo. Gli avvocati di Anna Bettozzi, Cesare Placanica e Ilario D'Apolito, fanno sapere: «Con riferimento al sequestro operato dalla guardia di finanza la nostra assistita Anna Bettozzi ribadisce quanto già dichiarato nell'immediatezza in ordine alla assoluta liceità della somma sequestrata proveniente da un lascito del defunto marito da poco scomparso che è stato uno dei più importanti imprenditori italiani nel campo petrolifero. Lunedì mattina, su preciso incarico della nostra assistita, ci recheremo alla Procura di Imperia al fine di fornire ogni disponibilità a chiarire la vicenda inopinatamente diffusa sulla stampa malgrado l'evidente riservatezza che connota l'attuale fase processuale».

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