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Sea Watch, Carola Rackete e un futuro già scritto. Senaldi: "Dove ci ritroveremo la Saviano in gonnella"

Giulio Bucchi
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Robe da matti. Ci mancava solo la beatificazione. La decisione del Gip che scarcera Carola trasforma la piratessa tedesca in una santa guerriera. Chissà come gode e come se la ride alle nostre spalle grazie al magistrato umanitario di Agrigento. Fortunata lei, che la giustizia non è uguale per tutti. In Italia il 34% della popolazione carceraria è composto da detenuti in attesa di giudizio. Questo significa che abbiamo dietro le sbarre circa 22-23mila persone che per la legge sono presunti innocenti. Tra di loro non c' è Carola Rackete, la capitana Uncino tedesca che ha violato innumerevoli leggi del mare e del codice cavandosela con due notti agli arresti domiciliari. E sì che nel suo caso ci sono entrambi i presupposti per la carcerazione preventiva: la concretezza dell' accusa (fumus boni iuris), acclarata perfino dal pm anti-Salvini Patronaggio, il quale ha scritto che la signora non ha agito in stato di necessità e ha tenuto una condotta violenta, e la probabilità di reiterazione del reato (periculum in mora), visto che Carola rivendica orgogliosamente ciò che ha fatto e alcuni parlamentari addirittura la sostengono. Per di più dalla sua Germania, e anche dalla Francia, sono arrivate irrituali pressioni diplomatiche per liberarla. Leggi anche: "Lei eroina, noi delinquenti". La rabbia del finanziere di Lampedusa contro Carola e il giudice Insomma, la capitana è fuori non tanto per ragioni di diritto quanto per motivi politici, perché è una raccomandata e ha amici nei posti giusti. Per questo, pur da ferventi garantisti, la sua liberazione ci scoccia. Non ci resta che toglierci la soddisfazione di espellerla. Capiamo le ragioni di Stato e finanche quelle del diritto ma ogni tanto, per credere nello Stato, avremmo anche bisogno di una giustizia più comprensibile dai cittadini comuni. Carola libera di sbarcare nuovi clandestini, diventa un simbolo, una garanzia di immunità per tutti coloro che fanno del trasbordo di profughi in Italia, spesso dietro segnalazione telefonica degli scafisti, una professione. Tant' è che la Sea Watch, l' organizzazione per la quale la Rackete lavora, ha già annunciato che riprenderà il mare alla ricerca di nuovi extracomunitari da riversare sulle nostre coste. Questi pirati umanitari ci ritengono un Paese sull' orlo della dittatura, con un ministro dell' Interno che descrivono nel peggiore dei modi, eppure non smettono di puntarci, zigzagando tra porti sicuri e Paesi più vicini pur di giungere fino a noi. Santa subito  - I soloni della sinistra hanno detto e scritto che non si può tenere in carcere una persona per aver salvato delle vite umane. Siamo d' accordo, solo che nessuno processa Carola per aver caricato a bordo i profughi. L' accusa è di aver messo a rischio la loro vita forzando il blocco navale e tentando un maldestro quanto non necessario approdo notturno che ha rischiato di uccidere anche i nostri finanzieri. L' altra accusa è quella di favorire l' immigrazione clandestina, offrendo un servizio taxi in deroga agli accordi internazionali, visto che la Sea Watch non ha firmato neppure il codice di autoregolamentazione delle ong, quindi la sua scelta di essere fuorilegge è filosofica e di principio, prima ancora che pratica. Le punizioni esemplari ci fanno schifo, ma detestiamo altrettanto le santificazioni di chi sfida le leggi italiane e prende in giro il nostro Paese. Certo, se i primi a esaltare chi infrange le norme sono i parlamentari che queste leggi sono chiamati a farle, il cortocircuito diventa totale e non possiamo aspettarci che un manipolo di giovani invasati, pure stranieri, che si atteggiano a Madre Teresa di Calcutta ma vivono come Giovanni Soldini o gli skipper di Prada abbiano rispetto dei nostri militari e dei nostri ministri. Saviano in gonnella - La giustizia farà il suo corso e la piratessa Carola magari sarà condannata, anche se le parole assolutorie del gip ci inquietano. Siamo certi che in Italia non sconterà nessuna pena. La ritroveremo tra qualche tempo a concedere interviste ai nostri maggiori quotidiani o a scrivere le sue memorie per Feltrinelli. Ci spiegherà quanto siamo barbari e disumani e migliaia di idioti compreranno il suo libro. Buona invasione a tutti. Forse un giorno la vedremo pure all' Europarlamento, a eruttare norme severe contro l' Italia, o a battersi contro la ripartizione per quote dei profughi tra i vari Paesi. Proprio come i veri colonialisti che dice di odiare tanto ma dei quali si è messa in servizio permanente. L' hanno comprata con un briciolo d' avventura e l' illusione di riscattare la colpa dei propri ricchi e tedeschi natali. Non tenendola agli arresti e cacciandola pensiamo di risolverci un problema, e forse adesso ci togliamo davvero una scocciatura, ma ci assicuriamo una rompiballe alla Saviano per i prossimi dieci anni. Leviamoci almeno la soddisfazione odierna di mandarla a stendere: cara Carola, fuori dai piedi. di Pietro Senaldi

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