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Antonio Di Pietro e Borrelli, lo scontro segreto: "Ti faccio buttar giù dalle scale". Pm svergognato dal capo

Giulio Bucchi
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Tra i tanti aneddoti su Francesco Saverio Borrelli all'indomani della sua scomparsa, spiccano quelli sul rapporto, teso, con Antonio Di Pietro. Il primo, procuratore capo di Milano ai tempi di Tangentopoli (scomparso sabato a 89 anni) era la mente di Mani Pulite, il secondo il braccio (armato). Per bilanciarne l'impulsività, Borrelli affianco al giovane Torino magistrati esperti come Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, ma dopo molti screzi e divergenze la rottura ufficiale arrivò il 6 dicembre 1994, quando Di Pietro lasciò a sorpresa la toga subito dopo l'invito a comparire spedito in diretta mondiale a Silvio Berlusconi. Una scelta, scrive il Corriere della Sera, accolta con rabbia da Borrelli.    Leggi anche: "Uomo colto e intelligente, ma ha distrutto la democrazia". Sgarbi tombale su Borrelli Non solo Di Pietro "aveva taciuto al pool di essere sotto scacco di Previti per un prestito dall'assicuratore Gorrini, ma aveva poi anche lasciato intendere ai vari politici che lo corteggiavano di essere stato quasi costretto dai colleghi a indagare Berlusconi". Borrelli, riporta il Corsera, gli chiese conto di questa versione prima in una "burrascosa telefonata" ("Non venire più in Procura perché ti faccio buttar giù dalle scale se non fai immediatamente il tuo dovere" di smentire) e poi nel 1996 testimoniando in Tribunale a Brescia. Di Pietro, disse, aveva assicurato ai colleghi di voler interrogare lui stesso in aula Berlusconi: "Ci vado io e quello lo sfascio". Non andò così.

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