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Renzi, il timore di un dossier

Matteo Renzi

Il sindaco rottamatore teme lo sgambetto. Foto private, l'auto inseguita, gli sms dei "compagni" del Pd. E così cambia le sua abitudini

Nicoletta Orlandi Posti
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"Matteo Renzi non teme niente. Non ha nulla da nascondere", continuano a riptere dall'ufficio stampa del sindaco di Firenze. Eppure, secondo i ben informati che lo conoscono da sempre, il rottamatore da un po' di tempo a questa parte sta cambiando abitudini: è più accorto, più prudente, cambia stanza in albergo all'ultimo momento, al telefono usa parafrasi, e così via. Il motivo, spiega il Fatto Quotidiano, è che si sente attenzionato non solo dalla stampa specializzata in gossip, dai paparazzi che lo hanno immortalato addirittura nella sua casa senza maglietta, mentre sta in barca con i bambini o mentre corre al parco. Il timore è che a spiarlo, pronti per coglierlo in fallo, ci siano i suoi detrattori politici, compresi i compagni del Partito democratico. L'inseguimento della moglie sulla corsia preferenziale ne è un esempio: chi ha pizzicato Agnese procedeva per la stessa traiettoria, la seguiva, cioè seguiva la macchina di Matteo. L'informazione Mediaset è traslocata a Firenze, sussurrano i suoi collaboratori. Ma in realtà, come detto, Renzi deve guardarsi anche dagli 007 sguinzagliati dai suoi compagni di partito. Un mese fa, tra messaggini e lettere, ci sfu un invito a "scavare nella vita di Matteo". I fidati renziani spiegano che il primo cittadino ha sempre condotto un'esistenza morigerata perché non voleva collezionare scheletri, ma allora quell'sms a cosa si riferiva?  

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