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Il giovane Pd Italo Pomes e le frasi vergognose su ebrei e donne: Bologna, valanga sugli anti-Salvini

Giulio Bucchi
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Imbarazzo nella rossa Bologna. In piazza contro Matteo Salvini, in nome dell'anti-razzismo e della lotta contro l'anti-semitismo e poi spunta, beccato dal Giornale, il caso di Italo Pomes, studente universitario fresco di ingresso nella segreteria dei giovani del Pd cittadino. Proprio mentre i suoi compagni protestano contro le posizioni della Lega e di FdI su Liliana Segre, Pomes deve rispondere di alcuni post social pubblicati su Instagram da ragazzino, tra 2012 e 2013. Sono foto "ironiche" (per così dire), spesso a tema calcistico. E altamente offensive propri nei confronti delle vittime dell'Olocausto, ma anche delle donne. Sessiste, si direbbe oggi.  Leggi anche: "Er Monnezza dei palinsesti profondi". Ritratto di Chef Rubio, cuoco antisemita La prima, scrive il Giornale, è quella di una maglietta con lo slogan "La mia donna ideale? La donna Ikea: costa poco, la porti a casa subito e la monti in 5 minuti". Laura Boldrini rabbrividirebbe. La seconda, 2013, è quella di una cancellata con la stella di David e la scritta "Sede ufficiale AS Roma m...". Tradotto: romanisti ebrei, uno degli slogan-vergogna più urlati dalle frange estreme degli ultrà della Lazio, a mo' di dileggio. Stessa musica nel maggio 2015, ma il calcio stavolta non c'entra. Immagine del film Il bambino con il pigiama a righe sui lager, un hamburger e la scritta "Passami pure il panino che gli do una scaldata al forno". C'è chi ne ride, lui oggi in grave difficoltà al Giornale la spiega così: "Sono una persona molto di sinistra, contrario ad ogni tipo di sessismo o odio razziale. L'antisemitismo va affrontato e combattuto. Non c'è nessuna ambiguità, non scherziamo su certe cose". Lui però l'ha fatto e oggi definisce quei post "vergognosi. Una persona intelligente non avrebbe mai fatto una roba del genere". Quasi delle scuse, a modo della sinistra italiana.

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