Mes, Franco Bechis e la verità sul fondo salva-Stati: "C'è un buco di bilancio che l'Italia dovrà rimpinguare"
Tutti pronti a difendere il Mes, ma nessuno intenzionato a raccontare la verità. Allora ci pensa Franco Bechis, che sul Tempo parla di un "buco di bilancio del cosiddetto Fondo Salva- Stati". Lo stesso per cui Giuseppe Conte, proprio in queste ore, sta facendo carte false per la sua approvazione. Peccato però che tra le tante dichiarazioni il premier bis abbia dimenticato che l'Italia si è impegnata a versare, sempre per il Meccanismo Europeo di Stabilità, ogni anno "i soldi che il fondo ha perso per colpa degli interessi negativi". Secondo il direttore si tratta di "77 milioni di euro che vanno a coprire parzialmente il buco di bilancio, in quanto il Fondo da un paio di anni non è in grado nemmeno di salvare se stesso". Una sorpresina insomma, quella inserita nell'articolo 62 della legge di Bilancio firmata da niente di meno che Roberto Gualtieri, il nostro ministro dell'Economia, e da Conte stesso. "Entrambi - prosegue Bechis - sostengono che il costo reale non ci sarà perché per avere quei soldi il Mes depositerà 15 miliardi di euro (più o meno la quota versata dall'Italia per il suo capitale) su un conto corrente della Banca di Italia, che compenserà il Tesoro dell'esborso". Leggi anche: Mes, Paragone non si arrende: "Il M5s deve liquidarlo", battaglia al Senato Una situazione che va per le lunghe, il salva-Stati infatti è in negativo dal 2012. Anno a partire dal quale il Fondo "ha bruciato perfino il capitale versato dai paesi contraenti, equivalente nel 2017 a mezzo miliardo di euro. A soccorrere il Mes ci ha pensato nel 2018 la Germania, con un versamento, rivela sempre Bechis, di 128,9 milioni di euro, poi la Francia con uno di 86,7 milioni di euro e infine la commissione europea, con uno stanziamento di 26,8 milioni di euro". E ora dovremmo pensarci noi nonostante il debito pubblico tra i più elevati. "La morale della storia - chiosa il direttore del Tempo - è sempre la stessa: quando deve pagare gli organismi europei, l'Italia magicamente diventa uno dei tre grandi paesi fondatori e con quella grandezza le tocca mettere mano al portafoglio".