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Vittorio Feltri contro la legge elettorale: "Tutti inscenano beghe, ma non hanno capito che sceglie il popolo"

Caterina Spinelli
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Torna alla ribalta la legge elettorale a cui onorevoli e senatori annettono una importanza decisiva ai fini della vittoria alle urne. Da anni non solo si discute sulle migliori e peggiori regole che determinano il successo o l' insuccesso di un partito. Le norme in proposito negli ultimi lustri sono state mutate con interventi radicali, dal semimaggioritario al proporzionale e viceversa si è passati con disinvoltura nella illusione di favorire questa o quella fazione. In realtà le consultazioni hanno sempre visto prevalere il gruppo che ha raccolto il maggior numero di voti. E tutti i dibattiti sui metodi adottati per impadronirsi del potere si sono rivelati inutili. Oggi ci risiamo: proporzionale o maggioritario? Non c' è verso di far capire ai parlamentari che non esiste altro sistema per andare al governo se non quello di aggiudicarsi la maggioranza. Il resto non conta niente. D' altronde la gente comune non è esperta di questioni tecniche, non se ne appassiona. Ciononostante lorsignori insistono e litigano sul tema nella convinzione errata di potersi far valere mediante questa o quella disposizione. Tempo perso. Energie sprecate. In tutti i Paesi dotati di democrazia rappresentativa si consulta il popolo, e ciascuno di essi si è dato un protocollo senza sentire il bisogno di rinnovarlo in base agli umori del momento. Leggi anche: Vittorio Feltri: "Non pensiamo alle cretinate, abbiamo grane più grosse con Conte e Di Maio" Solo l' Italia si distingue inscenando beghe mostruose e promuovendo referendum tesi ad appoggiare la destra o la sinistra, entrambe illuse di trarre chissà quali vantaggi. Inesistenti. I media a loro volta si affannano a sostenere una legge e a bocciarne altre, ma i cittadini che si recano al seggio non badano a certe sottigliezze e si limitano a dare la preferenza ai politici che considerano più meritevoli. Trionferanno coloro che vanteranno una maggior quantità di consensi, come sempre. Le scaramucce in corso sono senza valore, noiose, vane. di Vittorio Feltri

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