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OVER 50 DI PASTAFROLLASbarellano per donne più giovaniche li incastrano a suon di figli

Che tristezza gli uomini alla Hollande o Hugh Grant, con la loro paura di invecchiare

Matteo Legnani
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Quando vedo gli uomini come Hugh Grant io me la rido. Me lo immagino a cinquantatré anni suonati svegliarsi in piena notte e realizzare che no, non lo sta svegliando la modella jamaicana perché vuole il bis, ma uno dei suoi tre figli perché vuole il biberon. E allora lui si alza, dosa il latte in polvere nell'acqua bollente e mentre shakera il tutto imbambolato dal sonno, fissa le presine da forno continuando a domandarsi: «Perché? Come sono arrivato fin qui?».  E «il fin qui», nel caso specifico, significa tre figli nell'arco di quindici mesi da due donne diverse. Due dalla compagna ufficiale e uno dalla classica «toccatina e fuga». Roba da far impallidire Hollande, un altro che a quanto pare, ha rischiato di avere il quinto figlio dall'amante Julie. Della serie:  questi ultracinquantenni infoiati, oltre a ricordarsi il casco sullo scooter quando vanno dall'amante travestiti da pony express, potrebbero ricordarsi anche altri tipi di precauzioni, visto che i riflessi magari non sono più quelli di una volta.   Dicevo. A me alla fine questi uomini fanno ridere, perché uno Hugh Grant nella vita l'abbiamo conosciuto tutti. Uno di quegli uomini che scappano, sgusciano via, rimandano scelte e decisioni tutta la vita sperando di prolungare la giovinezza in eterno e poi, dopo aver abbandonato lungo il cammino le occasioni sentimentali migliori, si ritrovano con la vita che sceglie per loro. E in maniera spesso piuttosto confusa.  Guardate Hugh Grant.  Lui è il perfetto rappresentante di questa categoria di uomini. Di quelli che si fanno chiamare scapoli d'oro quando in realtà sono uomini di pastafrolla. Le fasi della sua vita sono emblematiche e seguono il filo dei suoi più grandi successi cinematografici. Ha il periodo Notting Hill,  in cui si fidanza con la star Liz Hurley e le resta incollato la bellezza di tredici anni. E siccome lei ha tutto (è bella, innamorata, ricca, realizzata, fedele, ha una quarta naturale e recita peggio di Garko per cui neppure può oscurare la sua carriera), lui non solo si guarda bene dallo sposarla, ma una notte si carica sull'automobile una prostituta di colore di nome Divine. Perché questi uomini sono così. Se trovano la donna perfetta, quella che potrebbe seriamente minacciare il loro status di scapoli d'oro, vedono di demolirla in qualche modo. Alla fine lui e Liz si molleranno e Hugh, anni dopo, si ritroverà a fare il padrino di un figlio di Liz, che poi a pensarci bene è il sunto perfetto della situazione: Hugh fino a quel momento è uno che al massimo ha il coraggio di fare il mezzo padre. Scampato al pericolo “Liz”, Hugh passa al periodo Ragione e sentimento, altra sua pellicola di grande successo.  Si innamora di Jemima, un giorno sì e un giorno no vengono annunciate le loro nozze, ma poi Jemima  capisce che se aspetta che Hugh la sposi davvero, farà un figlio all'età di Carmen Russo e si mollano. Anche perché diciamolo, mentre Hugh invecchia bene, Jemima comincia a sembrare Anna Dello Russo e realizza che se non si cerca al più presto un altro, finirà per andare alle feste gay travestita da drag queen. Scampato anche al pericolo Jemima, Hugh comincia ad avvicinarsi ai cinquanta. E qui accade spesso che alle soglie degli “anta” questo genere d'uomo cominci a sbarellare. Si guarda indietro, vede le sue ex felicemente fidanzate o sposate, magari con prole, e mentre infila la lasagna surgelata nel microonde, si chiede come sarebbe andata se avesse avuto il coraggio di scegliere. Poi realizza un fatto ancora più inquietante, e cioè che le sue ex, come Liz, gli sono pure rimaste amiche e confidenti, e non perché siano esseri superiori, ma perché lo  considerano un caso umano, un seriale patologico e senza spina dorsale. Uno che va aiutato e confortato.  Insomma, gli scapoli d'oro combattuti tra ragione e sentimento, intorno ai cinquanta cominciano a fare più tenerezza che sangue. E allora Hugh, nel panico, entra nella fase Nine months- Imprevisti d'amore e nel giro di quindici mesi prolifica e  feconda che neanche lo storione nel Volga. Morale. Uno che ha vissuto cinquant'anni scappando dalle donne, ora si ritrova con un'amante svedese, una suocera svedese, una fidanzata cinese, una suocera cinese e tre figli, due dei quali nati a tre mesi di distanza da due donne diverse presumibilmente incazzate come bisce. Della serie: se esiste il contrappasso, Hugh Grant sa cosa sia. Ora è abbastanza facile immaginare a quale pellicola da lui interpretata, somiglierà la sua vita futura. Naturalmente, About a boy.  Hugh si aggirerà per Londra con figli ben più maturi e responsabili di lui, recitando la parte del padre single e rimorchiando come e più di prima. Ovviamente, finchè a settant'anni non arriverà una Pascale a rimettere ordine e a fare piazza pulita intorno a lui: basterà cancellargli i numeri di Jemima e Liz dal cellulare, aggiornarlo sul prezzo reale di fagiolini e tè inglese, farsi un paio di selfie a Natale con i suoi figli e il rincoglionimento di Hugh è garantito. di Selvaggia Lucarelli

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