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M5S, Grillo scomunica Becchi: "Non rappresenti il Movimento"

Botta e risposta di tweet tra il comico e il professore dopo settimane di tira e molla. L'ideologo: "Allora tolgo il disturbo"

simone cerroni
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Beppe Grillo ancora una volta sfoggia il suo pugno duro e scomunica i dissidenti. Dopo Valentino Tavolazzi, Giovanni Favia, Federica Salsi, Marino Mastrangeli e Antonio Venturino, anche Paolo Becchi, il professore genovese di Filosofia del diritto ritenuto l'ideologo e il costituzionalista dei 5 Stelle, si aggiunge alla lista nera del comico che lo "caccia" nella mattina del 11 febbraio con un tweet, pur non essendo un membro effettivo del M5S ma un semplice simpatizzante.  Il tweet - "Paolo Becchi non rappresenta in alcun modo il Movimento 5 Stelle e i suoi interventi sono a puro titolo personale", scrive Grillo su Twitter. La risposta del professore non si fa attendere: "Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere. Tolgo il disturbo". Paolo Becchi non rappresenta in alcun modo il MoVimento 5 Stelle e i suoi interventi sono a puro titolo personale— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 11 Febbraio 2014    I dubbi sul motivo della scomunica - Per la rete il vero motivo alla base della scelta di Grillo sarebbe stata l'enesima apparizione televisiva del professore di Genova, ospite ieri 10 febbraio di Piazza Pulita, il programma condotto da Corrado Formigli su La7. Semmai quella è stata l'ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso, dato che Becchi ha riportato in studio le stesse teorie del M5S, risfoggiando, a proposito delle rivelazioni di Alan Friedman su Napolitano e Monti, alcuni cult grillini. Dal "Siamo in una democrazia parlamentare e non presidenziale" al "Napolitano nell'elezione di Monti è andato al di là dei poteri attribuitigli dalla Costituzione". Per concludere con "E' stato un colpo di Stato". Tutto perfettamente in linea con le idee portate avanti dal movimento di Grillo. E allora qual'è il vero motivo? @beppe_grillo "Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere". Tolgo il disturbo— Paolo Becchi (@pbecchi) 11 Febbraio 2014  La possibile verità - In realtà uno dei probabili motivi potrebbe essere quel tweet del professore lo scorso 8 febbraio con cui commentando la richiesta di 9 mesi di prigione per Grillo nel processo No Tav, coglieva l'occasione per far pubblicità al suo libro dal titolo I figli delle stelle edito dalla casa editrice di Casaleggio. "Quando non riesci a sconfiggere il nemico cerchi di criminalizzarlo. Ora tocca al Movimento a 5 Stelle, ma noi siamo figli delle stelle, non ci fermeranno". Con quel tweet c'era tutta la volontà di Becchi di accostare lo scritto al Movimento, rendendolo una sorta di manifesto ideologico dei grillini.  I precedenti - In realtà la comunicazione arrivata alle 11.11 da parte di Grillo rappresenterebbe dunque il cartellino rosso per Becchi. Già a maggio del 2013 il professore era stato allontanato dal Movimento dopo le dichiarazioni rilasciate a La Zanzara su Radio24. "Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili - affermava l'ideologo - non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all'economia", riferendosi al ministro Saccomanni. E poi continuava con "non so quanto il Movimento possa frenare la violenza della gente, che è nella natura delle cose". Subito dopo quelle dichiarazioni sia i gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato sia lo stesso Grillo avevano preso nettamente le distanze, ribadendo che "Becchi non è un ideologo del M5S, si tratta semmai di un'etichetta attaccata al personaggio sulle cui posizioni deputati e senatori non si riconoscono affatto".  

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