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Michele Serra: "Renzi al governo? Una malattia del sistema"

Andrea Tempestini
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In Italia la sinistra governa pur senza vincere le elezioni. Anzi, governa solo quando non vince le elezioni. Con Enrico Letta prima e con Matteo Renzi adesso. Una situazione imbarazzante, anche per chi è apertamente di centrosinistra, come Michele Serra di Repubblica, la firma de l'Amaca, che sul quotidiano di oggi, venerdì 14 febbraio, esprime tutti i suoi dubbi. Serra prima parla della "totale giustapposizione tra il Pd e l'area del potere". Poi aggiunge: "E' dentro il Pd che tutto accade, così come, un tempo, tutto accadeva entro la Dc". Il paragone - Eppure Serra ammette che, rispetto ai tempi della Dc, c'è una differenza sostanziale: "La Dc poteva contare su un sostanzioso primato elettorale (veleggiava tra il 35 e il 40 per cento), nonché sull'appoggio di alleati che le furono vassalli fedeli, quasi organici. E in anni in cui andava a votare il 90 per cento degli italiani", contro il "25,42 per cento, per giunta calcolato su un elettorato complessivo quasi dimezzato", che ha votato il Partito democratico.  L'anomalia - La firma di Repubblica spiega che "dovrei essere entusiasta del peso sproporzionato del mio voto. Non lo sono - ammette - forse perché pur essendo italiano fino al midollo, mi sento prima cittadino e solo dopo parte di una formazione". La conclusione dell'Amaca di Serra è amara, e veritiera. "Leggo lo strapotere del partito che ho votato come il sintomo di una malattia di sistema. Vedo la fresca investitura popolare di Renzi gettata come una fiche su un tavolo da poker".

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