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Cultura, dopo il no di Alessandro Baricco, Matteo Renzi sta pensando a Roberto Saviano

Roberto Saviano

Matteo e il "governo di Repubblica", una voce: l'autore di Gomorra nella squadra. E se rifiuta anche lui, ecco...

Giulio Bucchi
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Come ministro della Cultura, dopo il garbato no ricevuto da Alessandro Baricco, il premier incaricato Matteo Renzi potrebbe metterci Roberto Saviano. Nel tam tam impazzito del toto-poltrone, che ogni giorno riserva risvolti tra il comico e il fanta-politico, l'ultimo nome finito sul tavolo delle redazioni è quello dell'autore di Gomorra. Certo, sarebbe un'ulteriore conferma che il governo che si sta formando è sempre più il "governo di Repubblica", inteso come quotidiano di via Cristoforo Colombo. O almeno così parrebbe, dopo lo scherzo telefonico del finto Vendola che ha portato Fabrizio Barca a confessare la corte sfrenata dell'Ingegnere in persona per convincerlo ad accettare il posto all'Economia. Smaltita la gaffe di Carlo De Benedetti, il mondo che gira intorno a Rep potrebbe mettere a segno un colpo mediatico non da poco. Saviano, scrittore ed editorialista per l'Espresso, è peraltro finito sui giornali in queste ore per un altro motivo, decisamente più delicato e personale: ha confessato al giornale spagnolo El Pais di essere dipendente da psicofarmaci, che gli permettono di reggere la pressione e le paure nate dal clamoroso successo di Gomorra e dalla minaccia di morte dei camorristi. Una vita blindata, una quasi non-vita. Difficile che lo scrittore-giornalista napoletano accetti di aggiungere fardello a fardello. Nel caso rinunciasse, tranquilli. In preallerta c'è già Fabio Volo. P.s. Si scherza, ma fino a un certo punto.

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