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Massimo Cacciari, perché neppure Mario Draghi può farcela: "Non ci sarà nessun salvatore della patria"

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"Abbiamo toccato il fondo del barile". Massimo Cacciari, nel suo commento all'operato del governo contro l'emergenza coronavirus, non ci va per le leggere. Quello che abbiamo e continuiamo a vivere per il filosofo è "l'apoteosi della disorganizzazione e della burocrazia. Siamo arrivati al fondo politico che sta diventando un abisso economico". Lex sindaco di Venezia, intervistato da Italia Oggi, smorza gli entusiasmi e a chi credeva nel salvatore in grado di traghettare l'Italia fuori dalla crisi, replica: "Non ci sarà nessun uomo della provvidenza, un governo di tecnici che sappia tirarci fuori dalle secche. Dobbiamo cavarcela con quello che abbiamo. Ed è poco e di bassa qualità". Il tutto, ovviamente, nel bel mezzo di una bufera, dove "le imprese muoiono e la cassa integrazione ai dipendenti, dopo tre mesi dall'inizio della crisi, non arriva".

 

 

Ed è proprio questa situazione a dir poco drastica a far perdere la speranza: "Io non credo al salvatore della patria - prosegue - a un governo di super tecnici che arriva qui e risolve tutto. Ma si immagina un Mario Draghi con questa gente in parlamento? Tutti contro tutti, tra le velleità monocratiche e centralistiche del governo nazionale, le accuse continue tra sindaci e ministri, le rivendicazioni delle regioni". Un quadro chiarissimo che non lascia scampo.

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