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Silvia Romano, l'ex volontaria della onlus Africa Milele: "Abbandonata, sono fuggita dopo 4 giorni"

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Non si placano le polemiche sulla onlus Africa Milele, sulla quale si sono allungate molte ombre dopo la liberazione di Silvia Romano. L’associazione - per cui lavorava la cooperante milanese - è stata accusata di mandare giovani allo sbaraglio, senza alcun protocollo di sicurezza. Accusa rimarcata per l’ennesima volta da un’ex volontaria, che ha raccontato la sua esperienza in un’intervista a Repubblica. La ragazza ha preferito mantenere l’anonimato, ma ha svelato di essere stata spedita quattro anni fa proprio a Chakama, in Kenya, dove è stata rapita la Romano. Il suo soggiorno nel villaggio è però durato soltanto quattro giorni, nei quali si è sentita in pericolo: “Non c’era organizzazione, non c’era un progetto, mi sono sentita inutile”.

 

 

Ma soprattutto l’ex volontaria ha denunciato il fatto che non serve firmare nulla per fare un’esperienza con la onlus: “È stato sufficiente uno scambio di messaggi Whatsapp con Lilian Sora, la fondatrice. Mi disse che chiunque poteva unirsi come volontario e che se avessi avuto qualsiasi tipo di progetto, bastava che glielo dicessi”. La ragazza ha poi spiegato perché se n’è andata dopo pochi giorni: “Non avevo grandi aspettative, ma il minimo indispensabile per lavorare in sicurezza sì. Mi aspettavo che qualcuno mi illustrasse il progetto della onlus. Niente. Ero abbandonata a me stessa. Organizzavano raccolte fondi. Ma quello che ho visto io è stato solo un magazzino dove tenevano perline, medicine, t-shirt e gadget”. 

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