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Carlo Nordio, condanna Berlusconi e il fax sparito: "Falso per occultamento? Primo passo per riaprire il processo"

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Un fax, misteriosamente sparito, che avrebbe potuto cambiare i destini di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, quello in cui fu condannato da Antonio Esposito per frode fiscale. Un fax che stabiliva che i tempi della prescrizione erano più lunghi rispetto a quelli calcolati dai pm. Una vicenda torbida, di cui vi abbiamo dato conto in questo articolo, che aggiunge ulteriori sospetti su quella condanna. E sulla vicenda del fax, intervistato dal Giornale, Carlo Nordio afferma: "È curioso che su quella storia continuino ad affiorare dettagli inediti e meritevoli di approfondimento. Ora scopriamo che, se Esposito avesse visto in tempo quel fax, avrebbe ceduto le carte di qual dibattimento ad un altro collegio della sezione feriale, guidato da Amedeo Franco". Lo stesso Amedeo Franco scomparso un anno fa e le cui registrazioni hanno fatto tornare d'attualità la condanna a Berlusconi.

 

Carlo Nordio dunque aggiunge: "Può darsi che si sia trattato di un errore, di una dimenticanza, di un disguido, ma anche no". E ancora, l'ex magistrato aggiunge: "Capisco tutte le suggestioni e possiamo pure immaginare che una corte diversa avrebbe assolto Berlusconi, ma il passo da fare adesso è un altro". Ossia? "Indagare per capire se qualcuno nascose deliberatamente quel fax che cambiava i tempi della prescrizione e di conseguenza il ritmo di quel fascicolo. Dobbiamo capire insomma se qualcuno - un giudice, un cancelliere o chiunque altro - impedì a Esposito di leggere quel documento importantissimo in quei giorni cruciali dell'estate 2013". Secondo Nordio, "potrebbe esserci stato un falso per occultamento, insomma, un comportamento doloso, un reato commesso all'insaputa di Esposito per mandare avanti quel collegio".

 

E ancora, Nordio aggiunge che "questa circostanza non può rimanere come un mistero che aleggia su una sentenza così delicata e controversa. Fra l'altro, la scoperta di un eventuale falso potrebbe essere un primo passo, e sottolineo solo un primo passo, almeno in teoria, per avviare la revisione di quel verdetto". Quando gli chiedono se, essendo Amedeo Franco morto, il caso sia chiuso, Nordio risponde: "No, per dirla con i francesci, siamo davanti al morto che afferra il vivo. Esiste una registrazione credibile con la sua voce, ci sono altre testimonianze indirete del suo disagio, anzi della sua angoscia" e dunquer "qualcuno dovrebbe accertare perché Franco si comportò in quel modo", conclude l'ex magistrato.

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