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Massimo Giannini a Otto e mezzo: "Cosa ho visto in terapia intensiva. Pronazione, salvo o morto". Lilli Gruber sconvolta

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"Bentornato, Massimo Giannini". A Otto e mezzo Lilli Gruber accoglie il direttore de La Stampa, reduce da settimane in terapia intensiva per coronavirus. Giannini prende la parola, e per qualche minuto la conduttrice e lo studio ammutoliscono, ascoltando il racconto del suo incubo. "Una condizione che non ho mai visto né mai sperimentato. La cosa che più mi ha colpito, e che rimarrà dentro di me e che tutti devono capire, è che anche i giovani stanno male", esordisce Giannini, per poi spiegare due momenti della sua degenza che lo hanno colpito nel profondo.

 

 

"Il primo è il livello pulito/sporco. Di fatto si è in isolamento in una stanza, con la porta chiusa che si apre solo quando i medici ti vengono a fare le analisi e gli operatori sanitari vengono a pulire la stanza. E poi basta". Quindi passa alla testimonianza più toccante, il ciclo della "pronazione": "Si viene sedati, un tubo entra fino ai bronchi, quindi si passano 16 ore proni, a pancia in giù, e 8 ore supini. Sempre assistiti da un rianimatore. Si devono 'stirare' i polmoni e si procede finché si migliora, e allora si viene estubati e si può dire di essere salvi, oppure si muore".

 

 

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