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Marco Travaglio, "ciaone ai due Matteo": prima pagina grottesca per "giustificare" il sì M5s a Draghi, il "Fatto" sprofonda

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L'ultimo giapponese Marco Travaglio non si arrende e prosegue la sua guerra sotterranea a Mario Draghi e in difesa di Giuseppe Conte, nel giorno della fiducia al nuovo premier al Senato. Ne esce così una grottesca prima pagina sul Fatto quotidiano, in cui il direttore arriva quasi a mistificare il discorso in aula dell'ex governatore della Bce. 

 

 

 

"Ciaone ai 2 Matteo", è il surreale titolone cucinato in redazione, forse per giustificare il (travagliatissimo) sì del Movimento 5 Stelle al governo. I due Matteo sono ovviamente Salvini e Renzi. Cioè i due che hanno di fatto reso possibile l'arrivo di Draghi a Palazzo Chigi, dando vita a una maggioranza inimmaginabile fino a poche settimana fa. Nulla di strano, visto che fino a pochi giorni prima del sì Travaglio giurasse e spergiurasse in tv di avere la certezza che Draghi non avrebbe mai accettato l'incarico da Mattarella.

 

 

Tant'è, ora il direttore è sicuro che il premier abbia già scaricato i due leader da cui dipenderà la tenuta della sua strana coalizione. Il motivo? Nel suo discorso, SuperMario ha detto "grazie a Conte e niente Mes". 

 

 

 

Per i più distratti, il ringraziamento al suo predecessore è stato breve e pure abbastanza formale. Solo la bagarre scatenata dagli applausi anticipati dei 5 Stelle (evidentemente anche per il senso di colpa di aver mollato Giuseppe) e dai "buuu" di scherno levatisi dai banchi di Fratelli d'Italia all'indirizzo dei colleghi grillini ha dilatato a dismisura il passaggio del premier. Perché per il resto, la critica su vaccini, riforme, misure per la ripresa economica e nuovo fisco è stata totale e pesantissima. E magari qualcuno potrebbe ricordare a Travaglio che sul Mes, è stata la stessa Maria Elena Boschi qualche giorno fa derubricare la questione a non prioritaria. Come dire: l'abbiamo usata solo per far cadere Conte. Strano che Travaglio, uno dei fidatissimi consiglieri dell'ex premier, faccia finta di non saperlo. 

 

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