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Otto e Mezzo, Lilli Gruber senza precedenti: "I vostri elettori si sentono male". Umilia il Pd e Bersani, il "compagno" balbetta

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Siamo a Otto e Mezzo, il salottino rosso-spinto che ospita, su La7, l'omelia serale di Lilli Gruber. Uno dei temi del giorno, nella puntata di martedì 16 marzo, è la crisi del Pd: si parte dalle dimissioni di Nicola Zingaretti e si arriva al neo-segretario, Enrico Letta, il quale deve già fare i conti con la guerra tra bande che caratterizza i dem. Rumors, infatti, riferiscono di scontri furibondi circa il cambio dei capigruppo, voluto da Letta ma contro il quale si battono le correnti. Insomma, il solito caos-dem.

 

Ospite in studio per parlare delle vicende sinistre, ecco Pier Luigi Bersani, il mitologico e presunto smacchiatore di giaguari, ora in forza al partitino Articolo 1-Mdp. Uno che di fallimenti se ne intende: si pensi alla non-vittoria da segretario Pd, il voto del sostanziale pareggio con M5s e Silvio Berlusconi, il rovinoso flop del 2013 che segnò la sua carriera politica e quella del Pd. E Bersani, inoltre, è uno che teorizza da anni di "allargare il Pd", insomma farci entrare di tutto e di più. Una soluzione che Lilli Gruber, in modo un poco brutale, gli sbatte in faccia. La conduttrice, riferendosi alle ultime parole di Letta, afferma: "Il vostro elettorato anche potenziale quando sente parlare per l'ennesima volta di un campo largo, di un percorso... si sente poco bene secondo me. O no, Annalisa Cuzzocrea?", si rivolge alla firma di Repubblica. E Bersani? Balbetta.

 

Dunque, ecco che ad aprire il fuoco contro Bersani ci pensa anche la Cuzzocrea: "Sì, un po' sì - risponde alla domanda della Gruber -. Zingaretti è partito con piazza Grande, che doveva essere la stessa cosa. Poi progetto per l'Italia, Cottarelli, che lo sta scrivendo per i liberarli. Da quando è nato il Pd, sento segretari del Pd dire che il partito deve aprirsi - insiste la firma di Repubblica -. Poi però non si apre mai o comunque non riesce a fare quello che dice il segretario di turno, che poi cade. Di questo con Bersani ho parlato, da tempo dice che serve una cosa più grande del Pd, che accolga tutti questi mondi. Però mi chiedo: perché il Pd debba rinunciare alla sua storia, alle intenzioni con cui è nato? Ovvero far convivere il cattolicesimo democratico e la sinistra tradizionale? L'obiettivo è fallito?", conclude la Cuzzocrea. E Bersani, proprio come il Pd, sembra sempre più un pugile suonato.

 

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