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Gianrico Carofiglio a Otto e Mezzo: "Mi inietterò il vaccino sperimentale italiano. Gesto politico? Assolutamente"

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Lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio è stato ospite di Lilli Gruber nella puntata di Otto e Mezzo di giovedì 18 marzo. Ovviamente il principale argomento di discussione è stato il vaccino AstraZeneca, sospeso in via precauzionale a causa della psicosi collettiva e poi ripristinato in Italia e Germania dopo che l’Ema ha ribadito per l’ennesima volta che i benefici superano di molto i rischi. “Tutta questa vicenda… si parla del tema del rischio in maniera molto sgangherata”, ha esordito Carofiglio che poi ha portato il seguente esempio: “Basti pensare che salire in macchina in città implica un rischio enormemente maggiore a prendere qualsiasi vaccino e molte medicine, eppure nessuno se ne preoccupa”.

 

 

Quindi un incidente stradale è molto più probabile di un evento avverso molto grave scatenato dal vaccino: “Mi dà fastidio essere nel mezzo di questa situazione senza poter fare nulla - ha sottolineato Carofiglio - avrei voluto dire ‘iniettatemi AstraZeneca’, ma non serviva a nulla. Per una circostanza casuale mi sono trovato a incrociare la sperimentazione del vaccino italiano ReiThera e mi sono offerto di fare il volontario, quindi parteciperò alla fase 2. Mi rendo conto che la cosa implica qualche rischio dato che il vaccino non è stato approvato, essendo in fase sperimentale”. 

 

 

Eppure Carofiglio ha spiegato alla Gruber che sente il bisogno di fare questa cosa: “In certi casi bisogna agire di conseguenza al proprio modo di pensare. Paura? Un filo di inquietudine c’è, se non ci fosse, il gesto sarebbe privo di senso e forse di valore, ammesso che ne abbia uno. Gesto politico? Assolutamente, credo che in questo modo metto in campo un pizzico di notorietà e credibilità che ho per cercare di fare una testimonianza sul vaccino”. 

 

 

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