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Non è l'Arena, l'avvocato di Fabrizio Corona s'infuria con Luca Telese: "Cosa dice? Fabrizio Corona non sta bene santo Dio"

 Ivano Chiesa e Luca Telese

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Si parla di Fabrizio Corona nella puntata di Non è l'arena di Massimo Giletti andata in onda domenica 21 marzo su La7. In studio si accende il dibattito tra l'avvocato dell'ex paparazzo Ivano Chiesa e il giornalista Luca Telese. Il quale insiste: "Non doveva violare le regole". Ma il difensore di Corona si infuria: "Le violazioni fanno parte del percorso. Non ha spacciato droga o organizzato un colpo di Stato. Le regole devono essere rispettate ma quando l'uomo sta bene. Altrimenti di cosa parliamo". E ancora, attacca Chiesa: "Lei ha portato degli esempi non pertinenti, santo Dio, Corona è una persona con problemi di salute. Sta bene secondo lei? Il medico curante dice che non sta bene. Prima risolviamo il problema della salute e poi parliamo delle violazioni". 

 

 

L'ex re dei paparazzi è stato arrestato di nuovo e portato nel reparto psichiatrico dell'ospedale Niguarda di Milano, dopo aver tentato di resistere agli agenti ed essersi resto protagonista di gesti autolesionisti. Si parla di sindrome borderline e problemi psichiatrici ormai difficilmente controllabili, la mamma di Corona e il suo avvocato accusano la giustizia di insensibilità e denunciano l'incompatibilità con un normale regime carcerario. La lettera di Corona sembra confermare la condizione di un uomo ai limiti del collasso fisico e psicologico. 

 Corona ha anche scritto una lettera a Giletti: "Ho chiesto di poter andare in bagno a fumare, sono controllato a vista da tre agenti della polizia penitenziaria, mi metto a fumare sul water a torso nudo e vedo sul mio braccio la ferita che mi sono fatto sul braccio il giorno prima, due punti di satura pugnalandomi con una penna bic". E ancora: "Mi avvicino con la bocca alla ferita, tiro i punti, si rompono, schizza il sangue ovunque, faccia, bocca, braccia, occhi, petto. Il sapore amaro mi piace, sono convinto che nella ferita ci siano i pezzi di vetro dell'ambulanza rotta e come un cannibale mordo tutto, pelle, fili, carne, tatuaggi, pezzettini di vetro. Sono incontenibile, non ho più freni".

 

 

Quindi entrano gli infermieri: "C'è chi urla, chi piange, chi mi abbraccia, io sono impassibile. Sono uno psicopatico in un ospedale pischiatrico. Massimo, io qui non posso uscire. Non mangio da 9 giorni, bevo mezzo bicchiere d'acqua, mi sono rasato di nuovo a zero, nel mio gergo significa l'inizio della guerra. Ho una rabbia irrefrenabile, quando mi sono tagliato il braccio maciullandolo non ho provato dolore. Non mi interessava il rischio della morte, sono pronto a morire per i miei diritti. Massimo lo deve sapere: nulla era premeditato".

 

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