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Paolo Del Debbio a Fuori dal Coro: "Chi non vuole prendersi responsabilità", una drastica verità sulle violenze in piazza

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"Non è vero che non c'è alternativa al lockdown, è questo il punto" afferma Paolo Del Debbio durante la trasmissione di ieri sera, martedì 6 aprile 2020, Fuori dal Coro, condotta da Mario Giordano e in onda su rete 4. "Bisogna entrare in una nuova logica in Italia. C'è un'alternativa, è un alternativa percorribile e difficile, ma soprattutto richiede a chi ci governa il coraggio delle decisioni" prosegue Del Debbio "è chiaro che è più facile chiudere tutto che prendersi la responsabilità". "Mettere le persone in gabbia è molto più semplice, ma scatena la rabbia nelle persone" lo interrompe il conduttore concordando con l'opinione di Del Debbio. 

 

 

Mario Giordano mostra poi una clip, in cui si vedono manifestanti in piazza davanti a Montecitorio inneggiare alla libertà e richiedere semplicemente di poter tornare a lavorare. "Siamo esasperati, abbiamo perso la pazienza. Viene fuori un macello" si sente dire una donna in prima linea. "Vogliamo lavorare, non ci hanno dato un centesimo" e ancora "Se non ci sono i soldi ci fate aprire". Dopo un anno di narcolessia, il popolo italiano sembra essersi svegliato dal letargo da lockdown. Gli aiuti dello Stato sono stati pochi, troppo pochi e in alcuni casi non sono nemmeno mai arrivati. 

 

 

Tra la folla anche un manifestante vestito come Jake Angeli, lo sciamano di QAnon, simbolo delle manifestazioni proTrump che a Gennaio avevano conquistato il Campidoglio americano. "Domani tutti parleranno del vichingo" dice Mario Giordano riferendosi al cosplayer di Angeli. I mass-media, che si sono contraddistinti da inizio pandemia per la condanna di ogni tipo di manifestazione a livello internazionale (a meno che non questa non avvenga in Myanmar), hanno deciso direttamente di tacere le proteste degli italiani. "Tutto chiuso e senza soldi, le due cose insieme non le puoi fare" afferma Del Debbio e prosegue parlando della sua visita agli uffizi deserti di Firenze, chiusi da novembre, con delle piccole aperture. "Davvero non è possibile riaprire in sicurezza? Le istituzioni devono ora prendersi la responsabilità" conclude. 

 

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