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Ciro Grillo, i legali spiegano perché le indagini sono durate due anni: consulente, interrogatori slittati e dischetti

 Ciro Grillo

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Tanto il tempo trascorso per le indagini sul caso di Ciro Grillo, figlio del ben più famoso Beppe Grillo, indagini per le accuse di stupro di gruppo. Per alcuni addirittura troppo. I sospetti non sono stati alimentati solo dalla tempistica, ma anche dalla coincidenza. Per Guido Crosetto, fondatore di Fratelli d'Italia, non sarebbe un caso che l'inchiesta sia rimasta ferma per quasi due anni, esattamente quando al ministero della Giustizia c'era il pentastellato Alfonso Bonafede. Cambiato governo e Guardasigilli, ecco che le indagini - è il ragionamento di Crosetto - si sono sbloccate. Eppure a fornire un'interpretazione diversa su quanto accaduto è il Corriere della Sera che nell'edizione del 27 aprile dà conto a diversi aspetti sempre premettendo che "due anni di indagine non sono pochi specie se la chiusura dell'inchiesta è ormai di cinque mesi fa".

 

 

La spiegazione  arriva dagli avvocati degli inquisiti: sono state richieste proroghe; c'è voluto l'incarico a un consulente per trasferire sui dischetti le carte che chiedevano; sono slittati gli interrogatori dei ragazzi per impedimenti degli stessi legali, più i tempi delle notifiche e problemi personali del pm. Eccoci arrivati ad oggi. Assieme al figlio del garante del Movimento 5 Stelle, ci sono altri tre amici accusati. Tutto è iniziato nel luglio 2019 quando, in costa Smeralda, nella casa di Grillo senior, si sarebbe compiuto il dramma.

 

 

Una ragazza italo-svedese sarebbe stata stuprata dai quattro, dopo - è il suo racconto - essere stata costretta a bere vodka. La giovane era in compagnia di un'amica che al termine della nottata si è addormentata sul divano. Sarebbe stato quello il momento in cui Corsiglia, uno dei quattro, l'accompagna, si infila sotto le lenzuola con lei e - dice il capo di imputazione - la violenta una prima volta approfittando della sua "minorata difesa" dovuta all'alcol. Nel suo verbale lei dice che riesce a fuggire in bagno, che Corsiglia la raggiunge e la violenta di nuovo. Inutile cercare di svegliare l'amica che non si accorge di nulla, Silvia spiega agli inquirenti che Grillo, Capitta e Lauria la costringono a bere vodka. Dopo la vodka la violenza degli altri tre, a turno. Accuse pesantissime che per Michele Santoro avrebbero meritato molta più attenzione. È lui, assieme a Crosetto, ad avere qualche dubbio sui tempi. "Qualcuno mi deve dare una risposta a questa domanda - ha inveito a Otto e Mezzo lasciandosi andare a indiscrezioni di cui non è totalmente certo -. La cosa è stata tenuta in silenzio, mentre i Carabinieri andavano in giro a fare domande questi ragazzi intanto si sono preparati e poi dopo un mese si sono stati interrogati già con gli avvocati e una versione stabilita e in comune”.

 

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