Vogliamo ricordarlo così. Giorno dopo giorno, il Fatto quotidiano alimenta la crociata contro Beppe Grillo a suon di sberleffi e insulti (a quelli ci pensa direttamente Marco Travaglio nei suoi editoriali). La difesa a spada tratta del nuovo corso firmato Giuseppe Conte si sta trasformando in un agile vademecum da Minculpop, la Pravda grillina è ormai a tutti gli effetti la Pravda contiana, al verbo genovese si sta sostituendo la cadenza foggiana. E i vignettisti di Travaglio si adeguano. Sembrano lontanissimi i tempi in cui si accanivano su Silvio Berlusconi, Matteo Renzi o Matteo Salvini. Oggi il nemico pubblico (e politico) è diventato Beppe Mao, e così "dagli al guru".
Mannelli, in prima pagina venerdì, dedica a Grillo una vignetta irridente. Fosse accaduto qualche tempo fa, forse lo stesso Travaglio lo avrebbe bacchettato ma oggi, immaginiamo, sarà tutto complimenti e pacche sulle spalle. Grillo, sguardo come sempre spiritato al limite dell'allucinato, è ritratto con in testa una scatoletta di tonno. Sì, proprio quella che quasi una decina di anni fa prometteva di aprire, scoperchiando "il marcio" del Parlamento italiano. "Verrà ricordato come quello che non riuscì ad aprire una scatoletta di tonno", è il commento sarcastico di Mannelli. Insomma, Grillo come un Danilo Toninelli qualsiasi.
Grillo e la scatoletta di tonno: guarda la vignetta di Mannelli sul Fatto
Oggi la rivoluzione grillina è implosa drammaticamente, tra statuti, battaglia per la leadership e, molto pragmaticamente, per i seggi e le poltrone. Grillo non vuole farsi da parte, Conte vuole sottrargli il potere e il Fatto quotidiano si è schierato senza sé e senza ma al fianco dell'ex premier, ripudiando il fondatore. Il sospetto è che Travaglio abbia fatto la sua scelta anche dando un'occhiata a sondaggi sui possibili elettori (cioè lettori) disposti a seguire Conte e quelli (molto meno) che rimarranno fedeli a Beppe.