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Paola Ferrari vuota il sacco: "La prima volta...". Molestie in Rai, accuse pesantissime

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 Paola Ferrari

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Si avvicina l'addio di Paola Ferrari alla Rai, annunciato dalla diretta interessata - con polemica - e che si concretizzerà al termine del prossimo mondiale di calcio in Qatar. E la signora del pallone di Viale Mazzini, ora, si concede in una intervista a Repubblica.

 

Quando le chiedono se lascia "sul serio", la Ferrari risponde lasciando aperto un piccolo spiraglio: "Credo che non tornerò indietro. Bisogna sapersi reinventare, nella vita, e non farlo troppo tardi, voglio fare tante altre cose, soprattutto con la Lucisano Media Group, di cui faccio parte. Scriviamo format per la tv, giriamo documentari. Se ne potrebbero fare anche sul calcio, che ora va raccontato così vista l'overdose di partite. Puntare sulle storie, penso a Messias, in tre anni dalla D al Milan. Ma vorrei anche mettere in piedi un allevamento di cani bovari bernesi. Di idee ne ho, dormo 5 ore a notte", si sbottona. 

 

Dunque, rilancia la polemica relativa a quanto le donne, in ambito sportivo, in Rai sarebbero penalizzate: "È un caso se non c'è mai stata una donna a dirigere un giornale sportivo o Raisport? Vice, al massimo, ma direttrici mai. Non mi candido, eh? Io sono fuori, ormai".

E dopo lo sfogo, le domandano se abbia mai avuto problemi di #MeToo in Rai. E la risposta è dura: "Non sa quanti! Tutti tentativi, sia chiaro, tutti respinti con perdite. La prima volta ero a Portobello, il mio debutto tv, nel 1977. Enzo Tortora, signore come pochi, mi difese a spada tratta. Chi nega che certe cose in Rai esistano è un ipocrita", conclude Paola Ferrari, confermando di fatto di aver subito delle molestie.

 

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