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Niente fumo, poca birra: anche Andy Capp cede al politically correct

 Andy Capp

La nuove storie del glorioso fancazzista inglese tracciano l'identikit della working class del dopo Brexit. E il modello dell'inglese tipo perde le sue caratteristiche. Diventa perfino molto meno maschilista con la moglie Flo, santadonna...

Francesco Specchia
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“Questo è tutto il suo curriculum?”, “sì”, “grande giocatore di biliardo?”, “avrei dovuto mettere ‘brillante”. E’ qui, nella scena del colloquio tra un esterrefatto impiegato dell’agenzia di collocamento e il candidato stanco Andy Capp che sta l’essenza laburista della vecchia Inghilterra.

Il paese autentico, quello della working class, della classe operaia che prima di andare al Paradiso si ferma al pub denso di fumo e promesse mai mantenute tra freccette e biliardo, è rappresentato in questa e in altre tavole di Andy Capp torna in campo (Signs Books, pp 210, euro 20). Trattasi di “strisce mai pubblicate in Italia” del fancazzista più celebre della storia dei fumetti. Disoccupato cronico ma felice d’esserlo, lo sguardo perennemente coperto da un berrettino a scacchi che richiamava il primo Antonio Pennacchi (suo fan), più interessato al football che alla moglie Flo avvolta nei bigodini, il divano come unico traguardo esistenziale, Andy è un feticcio sin da quando le sue strisce debuttarono ne 1957 sul Daily Mirror, per poi diventare progressivamente dal 1958 al ’98 una sorta di icona pubblicata in 1700 riviste e quotidiani in oltre 50 nazioni. In Italia Andy e Flo apparvero sulla Settimana Enigmistica sotto l’enigmatico nome delle Avventura di Carlo e Alice e poi sull’indimenticata Eureka. Il fatto che il vecchio Andy sia riproposto ora alle nuove generazioni –in testo originale con traduzione a fronte- induce entusiasmo e sospetto. Entusiasmo perché filologicamente si presenta come un’ottima operazione. Dopo la morte del suo creatore Reg Smythe la serie era andata avanti grazie ad una scorta editoriale; dopodiché, al contrario di quel che accadde con i Peanuts di Charlie Schulz –gli eredi ne impedirono qualsiasi tentativo di ridisegnarle a chiunque- il de cuis concesse l’autorizzazione agli epigoni Roger Mahoney e Roger Kettle, i quali lavorarono sul personaggio ispirandosi ora alla strip originale, ora alla serie tv anni 70 George & Mildred piccoloborghesi dall’esilarante vita di coppia. Certo, i tempi cambiano, il politicamente corretto scorre carsicamente sotto la pelle della società inglese; e Andy Capp modifica gradualmente il suo approccio alla vita. Innanzitutto gli tolgono il mozzicone di sigaretta dalla bocca, che è un po’ come toglierla a Tex Willer assieme alla “bistecca alta tre dita con montagna di patatine” per far un favore ai vegani. Poi frequenta molto meno il pub, e i fiumi di birra in cui s’immergeva per commentare le partite di calcio e macinare battute maschiliste diventano benevoli rigagnoli di folklore. A ben vedere perfino il sopraccitato formidabile maschilismo non è più quello di una volta: “Devo ammetterlo tesoro, sei versatile quando si tratta di cucinare. Una sera bruci il pollo, un’altra il pesce, un’altra…”. E Flo è pronta a rispondere: “Devo riconoscere che la tua famiglia è coerente, ogni matrimonio segue lo steso schema. Cerimonia…ricevimento…retata della polizia”. Oppure sempre la moglie incontrando un amico che chiede “Come sta Andy, Flo? Ho sentito che ha l’influenza”, “è casa, sdraiato sul divano”, “non è normale per lui?”; “quando ha l’influenza tiene vicino il fazzoletto”. Resta tutto il contorno dei comprimari: il vicario, il consulente matrimoniale, il barista Jack , o i vicini di casa Chalkie e Rube (secondo voi a chi si sono ispirati i Simpson e i Flanders?). E tutto questo, l’amarcord per la mediocrità al potere, riguarda l’entusiasmo per il ritorno del nostro Oblomov britannico dall’alta gradazione alcolica.

Ma dicevo anche del sospetto. Che si riverbera nell’ambiguità politica di Andy Capp. La ferocia divertita di Andy Capp stava nello scimmiottare i personaggi operai di Ken Loach esaltando un ruvido socialismo che catturava le masse labour. Con la Brexit quelle masse si sono spostate da sinistra al tifo conservative per la Brexit di Boris Johnson. C’è stato un momento in cui Andy Capp, dal punto di vista logico, avrebbe dovuto essere più “leave” che “remain”. Senonchè i due autori gli hanno fatto rompere il silenzio politico dopo 62 anni facendogli scrivere una lettera sul Daily Mirror, pro Europa seppure giustificandolo a modo suo: “Quando vivi la tua vita in una foschia beata come me, ci sono poche cose che ti disturbano davvero specialmente la politica. Ma quando Jack mi ha detto che i prezzi della birra potrebbero salire a causa di questa cosa della Brex, mi ha improvvisamente svegliato dal sonno e mi ha spinto all’azione”. E’ evidente è che, nei continui stravolgimenti che hanno colpito la perfida Albione, gli unici simboli, le uniche certezze rimaste per gli inglesi sono due: la Regina ed Andy Capp. Sulla Regina non sono poi così sicuro…

 

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