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Greta Beccaglia, "mentre il tifoso le toccava il sedere...". Clamoroso a sinistra: cos'è sfuggito a tutti

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La palpata al sedere di Greta Beccaglia? Suvvia, non esageriamo. A sostenerlo è Natalia Aspesi, storica firma di Repubblica, penna tra le più acclamate del giornalismo italiano e che da oggi, forse, risulterà un po' indigesta a femministe e progressisti in genere. 

 

 

 

 

 

 

"Il tifoso - spiega la Aspesi riferendosi all'orda che  stava uscendo dalla partita Empoli-Fiorentina e che la giovane giornalista di A tutto gol di Toscana Tv doveva intervistare - non è solitamente maestro di bon ton, e ne fa anche di molto peggio: e al massimo gli fanno una sgridatina e via". Questa volta invece il 45enne di Ancona tifoso viola che ha proditoriamente "assaltato" il lato B dell'inviata è stato messo in croce da tutta Italia. "Io sto ovviamente con la collega - premette la Aspesi -, ma non col clamore che ha suscitato, non meno indignato (ma mi auguro più brevemente) di quando un reporter viene ucciso sul suo lavoro". Insomma, va bene la tirata d'orecchie ma non la gogna pubblica.

 

 

 

 

 

"Ho letto e sentito i soliti sfregi all'italiano - prosegue la giornalista di Repubblica - , per esempio definire schiaffo (che si riferisce solo al volto) la manata sul sedere, chiamare 'parti intime' le natiche valorizzate dai jeans quindi non particolarmente occultate, definire 'palpeggiamento' un tocco veloce e paragonarlo a un 'crimine'".

 

 

 

 

 

 

Cose che capitavano decenni fa, regolarmente, sugli autobus: bastava un "colpo di fianco", ricorda la Aspesi, per scoraggiare i villani. "Forse eravamo più forti, forse più cattive, forse persino più allegre", conclude con una punta di amarezza. "Penso che una mano sul sedere esiga delle scuse ma non meriti l'ergastolo, anche perché penso che nel tempo del fattaccio tre persone morivano sul lavoro. Tutti ad occuparsi di quel sedere, nessuno di quei tre morti". Caso chiuso, ma non per il tifoso "manolunga" che rischia ora un processo e fino a 12 anni di carcere per molestie sessuali.

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