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Ucraina, Marta Dassù: "Europa molto vulnerabile anche da un punto di vista militare. Vivremo tempi drammatici"

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Dopo il riconoscimento de jure e l'annessione de facto del Donbass, la crisi tra Russia e Ucraina è ancor più al centro dell'attenzione di quanto lo fosse prima. La sensazione è che Vladimir Putin faccia il bello e il cattivo tempo, o meglio faccia quel che vuole. Il tutto di fronte a un'Europa che, certo, minaccia sanzioni, le quali però appaiono un'arma discretamente spuntata.

 

 

Dello scacchiere e delle prospettive se ne parla a Omnibus, la trasmissione del mattino in onda su La7 e condotta da Alessandra Sardoni. Tra gli ospiti in studio ecco Marta Dassù, ex viceministro alla Difesa nel governo Monti, nonché ex sottosegretario di Stato agli Esteri per lo stesso governo. E l'analisi a cui si presta la Dassù appare molto lucida e altrettanto spaventosa. "Lo scenario è chiaramente in evoluzione - premette rispondendo alla Sardoni -. Usa e Ue hanno già deciso le sanzioni, che sono l'unico strumento che abbiamo. Abbiamo detto all'Ucraina che non siamo disposti a combattere sul terreno, questo dimostra che il Paese non è nella Nato: non applichiamo l'articolo 5, non li difendiamo direttamente. Qualche Paese dà dei sistemi d'arma, Usa, Turchia e Gran Bretagna. Se combattono, combattono loro: sono 44 milioni di persone. È un persone che ha votato a maggioranza nel 1992 per l'indipendenza dalla Russia", ricorda.

 

 

Dunque, la parole che spaventano: "Credo che quello a cui assisteremo nelle prossime settimane sarà una cosa abbastanza drammatica - riprende la Dassù -. L'Occidente ha solo lo strumento delle sanzioni, che hanno un piccolo particolare: fanno quasi più male a noi che alla Russia, che dalla Crimea in poi è diventata più autarchica, meno vulnerabile alle sanzioni. Noi siamo molto vulnerabili, purtroppo, a causa di alcuni errori che abbiamo commesso. Siamo stati poco lungimiranti sulla politica energetica, errore gravissimo - insiste -: non abbiamo una politica che ci renda nelle condizioni di avere uno scontro vero col principale fornitore di gas. E poi ci siamo del tutto disinteressati della difesa: Putin, purtroppo, vive nel 19esimo secolo e usa strumenti militari classici e nuovi, compresa la guerra informatica. Siamo in una situazione di svantaggio, siamo facilmente ricattabili. Come ne usciremo? Davvero difficile dirlo...", conclude una Marta Dassù sinistramente profetica.

 

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