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Federico Rampini a L'aria che tira: "Macron lo conferma", l'Europa si sta spaccando. Kiev, perché finirà in disgrazia

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"Strangolare l'Ucraina". Federico Rampini, inviato del Corriere della Sera, legge così ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira su La7 il blocco navale russo a Odessa: "Il porto è chiuso, vuol dire strangolare l'economia dell'Ucraina perché da lì partivano le esportazioni di grano". La città, il più importante porto ucraino sul Mar Nero, non è stata ancora bombardata. Le navi russe al largo si sono concentrate nelle ultime ore sulle aree al confine con la Romania, a 40 chilometri di distanza. Forse un diversivo per liberarsi il campo verso Odessa, o più semplicemente un allargamento ulteriore del fronte militare, uno stillicidio. Come molti analisti commentano, la lenta avanzata delle truppe russe non sarebbero un segno di difficoltà strategica, ma al contrario una modalità da "rullo compressore", inesorabile. 

 

 

 

Dopo 20 giorni di guerra, perlomeno, gli Stati Uniti e l'Unione europea sembra dare di sé una immagine di granitica opposizione a Vladimir Putin. "In questo momento abbiamo la sensazione che l'Occidente si stia risvegliando - suggerisce sempre Rampini -, che stia finalmente aprendo gli occhi di fronte all'enorme pericolo alle frontiere. Non so quanto durerà questa compattezza". Significativa la visita a Kiev dei leader di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia. "Ma Macron non è andato. Loro hanno capito benissimo qual è il rischio, hanno capito che Putin non si fermerà all'Ucraina. Putin non si accontenta di una Ucraina neutrale, la vuole uno Stato vassallo e servo della Russia".

 

 

"Occidente unito, non so quanto durerà". Rampini a L'aria che tira, guarda il video

 

 

 

 

 

A guidare il Cremlino "la maledizione di un Paese vittima di paranoia di Stato, che non riesce a cambiare e che esporta insicurezza". Le incertezze dell'Occidente ("Ci siamo auto-flagellati, considerandoci l'origine di tutti i mali") hanno fatto il resto, sottolinea Rampini, convincendo Putin ad attaccare e la Cina ad appoggiare Mosca, anche se è un gioco pericoloso. L'ambasciatore cinese, in mattinata, ha chiarito che Pechino non era a conoscenza dei piani militari del Cremlino e che se avesse saputo avrebbe fatto di tutto per evitare la guerra. "I diplomatici sono pagati anche per mentire, in nome della ragion di Stato - chiosa Rampini -. I diplomatici cinesi mentono anche un po' più degli altri".

 

 

 

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