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Alexander Dugin, "la guerra è contro l'egemonia occidentale": le teorie estreme dell'ideologo di Vladimir Putin

Angelo Zinetti
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«Putin è troppo buono. I russi vogliono un Duce»; con questo titolo, giovedì 19 aprile 2018, Libero presentava ai suoi lettori l'intervista di Gianluca Savoini ad Alexander Dugin, scrittore, studioso di geopolitica, "guru" del pensiero euroasiatista e vicino agli ambienti della nuova destra francese e italiana. Dugin viene etichettato come "ideologo di Putin" ma fino a qualche mese fa le sue posizioni estreme sulla politica mondiale sembravano poco adattarsi con la prudenza del Cremlino, incarnata dal ministro degli esteri Sergej Lavrov. Che lo studioso di geopolitica sia invece in sintonia con la linea del governo russo si è capito giovedì sera a Dritto e rovescio, su Rete4, intervistato da Paolo Del Debbio: «Noi non chiamiamo questa operazione militare guerra perché non è la guerra contro l'Ucraina, ma contro l'egemonia occidentale», ha detto Dugin. «La consideriamo una guerra tra ordine mondiale multipolare, che nasce oggi, contro l'ordine unipolare che finisce.

 

 

È una fase molto importante dell'equilibrio del potere mondiale ed è precisamente un passaggio dalla unipolarità alla multipolarità, dove più di un polo può decidere il destino dello spazio che sta contro il controllo di uno di questi poteri». Alla domanda di Del Debbio «L'Ucraina non è uno Stato sovrano?», il russo ribatte «L'appoggio a Maidan, questo golpe dagli Stati occidentali, è stato l'esempio dell'intervento dei politici occidentali contro la Russia. Non è stata una decisione democratica, ma un golpe di Stato imposto al popolo. E dopo di questo il regime è diventato nazista e ultranazionalista». E in caso di guerra nucleare, di chi sarebbe la colpa, incalza il conduttore? «Credo che a oggi, nello stato presente delle cose, con tutte le tensioni conflittuali tra Occidente e Russia, l'unico posto nel mondo che può decidere di cominciare la guerra nucleare è Washington. E questo significherà la fine dell'umanità. Tutto sta nelle mani degli americani».

 

 

Alle accuse di Biden a Putin di essere un criminale di guerra, replica: «Credo che Biden sia un criminale di guerra che ha deciso di attaccare la Serbia e la Jugoslavia. Per questo credo che possiamo chiamarlo criminale di guerra, con tutte le ragioni». Perché la guerra? «Putin ha spiegato le ragioni. Aveva informazioni, dalle sue fonti militari e dai servizi segreti, per cui l'esercito ucraino concentrato nel Donbass avrebbe attaccato in questi giorni questa regione. Credo in questo e credo che dopo di questo seguiranno altri attacchi contro la Crimea. Dopo la possibile vittoria, con tanti eserciti concentrati nel Donbass, ci sarà la stessa situazione di oggi».

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