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Lucio Caracciolo sul riarmo in Europa: "Potrebbe essere troppo tardi", la nostra libertà è a rischio

 Lucio Caracciolo

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La guerra in Ucraina ha cambiato tutto. Ora in Europa si apre la stagione del riarmo. Il 27 febbraio scorso il cancelliere Olaf Scholz, scrive Lucio Caracciolo nel suo editoriale su La Stampa, "ha annunciato il riarmo della Germania. Cento miliardi di euro subito e la decisione di investire più del 2% del pil tedesco ogni anno nella difesa: la Repubblica Federale diventerà così la terza potenza al mondo, dopo Stati Uniti e Cina, quanto a spese per le Forze armate". 

 

 

Il fatto è rilevante perché la Germania, prosegue il direttore di Limes, "è il nostro principale partner economico" e perché "da paesi sconfitti, abbiamo seguito un percorso geopolitico spesso parallelo dopo il 1945, ma che non sarà più lo stesso dell'anteguerra ucraino". Ora ci troviamo "in un'altra Europa". 

E di fronte a questa sfida, osserva Caracciolo, siamo "impreparati. Per tre generazioni abbiamo vissuto nella quasi certezza della pace", "abbiamo perciò trascurato le nostre Forze armate", "ci siamo disabituati a ragionare in termini strategici, a considerare l'importanza della nostra collocazione geopolitica, a valutare il peso della storia e della geografia nella dinamica delle potenze". 

 

 

Anche il nostro governo aumenterà la spesa per la difesa ma "insieme alle armi ci serve una strategia. Che senso ha dotarsi di nuovi mezzi senza aver stabilito a quale scopo ci debbano servire?", si chiede l'esperto di geopolitica. "Solo dal vertice politico può prendere impulso la più ampia e libera discussione della strategia nazionale. Quella che ci è stata finora (auto)inibita dallo status di paese sconfitto. Dobbiamo "adeguare la nostra opinione pubblica al nuovo clima ed evitare fughe in avanti o paralizzanti crisi di panico. Per rientrare nella storia che pensavamo di avere abolito occorrerà forse una generazione. Speriamo di averne il tempo".

 

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