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Kirill, il passato nel Kgb e quegli oscuri legami: chi è davvero il patriarca?

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Papa Francesco pronto a incontrare Kirill, il patriarca di tutte le Russie. Eppure i dubbi sulla posizione di Vladimir, nome laico dell'arcivescovo ortodosso, sono molti. Basta pensare che a inizio guerra in Ucraina Kirill si è detto favorevole, ricordando che "dobbiamo difenderci". Ma non è tutto. Figlio e nipote di preti, l'arcivescovo nato a Leningrado - la stessa città natale dell'amico Vladimir Putin - vanta un passato nel Kgb. Un'esperienza che ha portato la politica a proteggere la sua lunga carriera religiosa.

 

 

Tra le iniziative per cui si ricorda il patriarca c'è quella "della pace". Kirill, dopo la nomina a patriarca di Mosca nel 2009, è diventato dal 2006 co-presidente della Conferenza mondiale religiosa per la pace. Poi nel 2011 si è recato in Siria chiedendo la fine del conflitto: "Si può risolvere ogni problema pacificamente, con il dialogo. L'essenziale è che non venga versato sangue", diceva. E ancora: nel 2012 ha promosso un viaggio in Polonia per rappacificarsi con gli ortodossi polacchi. Infine nel 2016, l'incontro a Cuba con Bergoglio.

 

 

Eppure la facciata nasconde tanti gialli e tanti interrogativi. Kirill infatti non si nasconde e appoggia la campagna di riabilitazione di Stalin, al punto che inizia a pregare pubblicamente perché alla santa Russia non venga meno la chiesa ucraina. A questo punto le domanda sono due: si può considerare vero il suo ecumenismo? Ha senso che il papa continui a dialogare con lui? Difficile dimenticare le sue controverse parole sul matrimonio omosessuale come segno dell'avvicinarsi dell'apocalisse.

 

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