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Marta Dassù, "cosa non ha detto Vladimir Putin". Conferme pesantissime: cosa ci aspetta

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Da Vladimir Putin "Nessuna dichiarazione di guerra o annuncio di mobilitazione generale". Su Twitter Marta Dassù, ex viceministro degli Esteri nei governi di Mario Monti ed Enrico Letta una decina di anni fa, tira un sospiro di sollievo: "No a una guerra globale e niente minacce nucleari. L’operazione Ucraina - dice Putin - è stata preventiva e difensiva. Per la prima volta ammette vittime. Si vede Shoigu, non si vede Gerasimov". 

 

 



L'analisi della Dassù, tra gli esperti di geopolitica più stimati in Italia e in Europa, fa il paio con quanto scrive su Twitter Max Seddon, capo dell'ufficio di Mosca del Financial Times, secondo cui nel giorno della Vittoria che ricorda l'eroica resistenza dei russi contro gli invasori nazisti nella Seconda Guerra Mondiale (la "Grande Guerra patriottica", secondo la definizione russa), nel discorso di Putin è mancato qualsiasi riferimento ad una vittoria sul campo in Ucraina. "Il grande assente del discorso di Putin era proprio una 'vittoria' - sottolinea Seddon -. Ha detto che le sue truppe stanno combattendo eroicamente nel Donbass, ma non ha menzionato Mariupol o altri territori catturati. Né ci sono stati segnali su quando l'invasione potrebbe finire". Tutti indizi, probabilmente, di una situazione in progress anche per il Cremlino, altamente caotica e potenzialmente più che imbarazzante, ma disastrosa.

 

 

 

 

Le difficoltà strategiche e militari sul campo sarebbero confermate da due "dettagli" dalla piazza della Piazza Rossa: era assente il generale Vitaly Gerasimov, Capo di Stato maggiore dell'esercito russo "promosso" a sorpresa a capo delle truppe in Ucraina (dopo essere stato fatto sparire per settimane, pare come punizione per il deludente inizio di guerra), C'era, ma decisamente defilato (mai vicino a Putin, quasi mai inquadrato) il ministro della Difesa Sergey Shoigu, altro vertice finito sul banco degli imputati.

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