Generale Conforti: "Parà e Gis a Kiev", tutto pronto per la missione italiana

lunedì 6 giugno 2022
Generale Conforti: "Parà e Gis a Kiev", tutto pronto per la missione italiana
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Parà e Gis sbarcano a Kiev. "Come già a Baghdad e Tripoli, ora anche nella capitale ucraina opera anche personale della Seconda Brigata Mobile dei carabinieri, che comprende, oltre al 7° e al 13° Reggimento, anche il Reggimento paracadutisti Tuscania e il Gruppo di intervento speciale (Gis)", rivela in una intervista al Corriere della Sera, il generale di brigata Nicola Conforti, vice capo del II Reparto del Comando generale che si occupa della proiezione estera dell’Arma.

Insomma, dopo 167 anni dal primo arrivo di un contingente italiano in Crimea, con compiti di polizia a Costantinopoli, i carabinieri sono tornati in Ucraina con il compito di prender parte con gli specialisti del Ris, alla task force europea presso la Corte penale internazionale dell'Aja, che indaga sui crimini di guerra russi.

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Questa è una sfida completamente nuova. E oggi in occasione della cerimonia per il 208° anniversario della Fondazione dell'Arma a Tor di Quinto, riceveranno importanti riconoscimenti, oltre alla medaglia d'oro anche quella alla memoria di Vittorio Iacovacci, il militare ucciso nel 2021 nell'agguato in Congo nel quale perse la vita anche l'ambasciatore italiano Luca Attanasio. Una tragedia che ha messo in luce il ruolo dei carabinieri nelle sedi diplomatiche. 

"La sicurezza delle ambasciate italiane è uno dei principali compiti assegnati all'Arma in via esclusiva. Un impegno non privo di pericoli, come testimonia purtroppo l'uccisione l'anno scorso del carabiniere Iacovacci. Il periodo di permanenza è di circa 3-4 anni, a differenza dei contingenti di rinforzo che vengono avvicendati circa ogni 6 mesi".

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"Siamo un solido riferimento per la comunità internazionale, promuovendo l’originale concetto di stability policing di cui l’Arma è stata precursore: la capacità di ripristinare, in Paesi dove le istituzioni sono inefficienti o collassate a causa di situazioni di crisi, le condizioni di sicura e ordinata convivenza, addestrando e sostenendo le forze di polizia locali", spiega il generale. Attualmente i carabinieri in missione all'estero sono "circa un migliaio. Anche in Niger, Gibuti, Somalia, Palestina. Puntiamo sulla qualità più che sulla quantità degli operatori che, anche con i corsi di aggiornamento linguistico, riescono a integrarsi con la comunità locale".