Otto e mezzo, Paolo Mieli esplode: "E allora Amen, si vota". Cala il gelo
"Allora Amen, si va a votare!". Paolo Mieli, ospite di Lilli Gruber (ancora a casa) in studio a Otto e mezzo a La7 esplode e ripristina il senso ultimo della democrazia: quando cade un governo e crolla una maggioranza, l'opzione naturale è il ritorno alle urne.
Davanti a lui Antonio Padellaro, editorialista del Fatto quotidiano, riflette sulla guerra interna al Movimento 5 Stelle tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. "C'è una questione seria, posta da Di Maio, ed è la posizione dell'Italia sull'Ucraina e la Nato. E poi c'è una questione meno seria, infilata da Conte, che è quella del limite dei due mandati". Di Maio, con le regole attuali del Movimento, resterebbe fuori dal Parlamento.
"Sarebbe un'onta se lo cambiassero, sarebbe una vergogna, tutti li prenderebbero in giro", interviene Mieli, ex direttore del Corriere della Sera. "Però mi metto nei panni di quei milioni di italiani che ancora vogliono votare il M5s, non saranno il 33% ma saranno parecchi di meno. E vedono che tra tutti questi problemi i leader del Movimento litigano dicendosi di tutto. Questo può creare disaffezione nell'elettorato".
"E allora Amen, si vota": guarda il video di Paolo Mieli a Otto e mezzo
Secondo Mieli, una via d'uscita strategica per Conte sarebbe togliere i suoi ministri dal governo, escluso proprio Di Maio agli Esteri, tenendo però i 5 Stelle nella maggioranza senza far cadere Draghi. Una finezza intellettuale che secondo Padellaro non è nelle corde di Conte: "Tu fossi in Conte ti prenderesti la responsabilità di uscire dal governo? E Draghi, nel momento in cui Conte dice usciamo dal governo e restiamo nella maggioranza, salute e se ne va". "E si va alle elezioni - sbotta Mieli -. Amen. Si andrà alle elezioni a ottobre, non sarà la fine del mondo. Le pensioni ci sono e i contributi li hanno presi".