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Giorgia Meloni, saluto romano e titolo-horror: lo sfregio del Manifesto

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L'incubo è realtà. Nella redazione più rossa d'Italia, quella del manifesto, non hanno preso bene la vittoria di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia alle elezioni politiche. Una mazzata psicologica e politica che ha influito negativamente anche sulla tradizionale "fantasia" (spesso di cattivo gusto, ma questo è un altro discorso) dei titolisti della prima pagina. Ne è uscito un titolaccio telefonato, oltre che ovviamente offensivo (ma su questo c'erano pochi dubbi): il fascistissimo "A noi" cubitale, con una foto della Meloni che si rivolge alla platea, colta guarda caso nel momento in cui il braccio sembra tesa in un saluto romano.

 

 

Evocare il Ventennio, come da copione: il manifesto di Norma Rangeri riesce a superare in carrozza anche Repubblica e Domani, due dei quotidiani più monotoni nella propaganda "terroristica" contro la Meloni, forti di settimane di allarmismo sulla "nuova Ducetta" ma che il 26 settembre hanno accolto i loro lettori in edicola con prime pagine in un certo senso più sobrie e moderate, forse rassegnate.

 

 

 

 

"Meloni si prende l'Italia", titola il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, mentre "la costola" edita da Carlo De Benedetti e diretta da Stefano Feltri si chiede, inquieto: "Siamo davvero pronti?", affidando all'editoriale di Curzio Maltese lo sbuffo malinconico del "Ci tocca già rimpiangere l'Italia di Mario Draghi".   

 

 

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