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Rula Jebreal, Calenda sbotta: "Fango sulla Meloni? L'unica cosa che ottieni"

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Tutti contro Rula Jebreal. Da destra a sinistra, è un coro di critiche per il tweet con cui la giornalista palestinese di nascita ma italiana d'adozione ha condiviso l'articolo di Repubblica sul padre di Giorgia Meloni "condannato per narcotraffico". Una vicenda vecchia di 27 anni che ha a che fare con il doloroso passato della leader di Fratelli d'Italia, abbandonata da bambina e che con il padre ha rotto ogni rapporto quando aveva appena 11 anni. Una vergogna l'articolo, che punta a gettare discredito sulle vicende familiari della Meloni, e una vergogna chi lo diffonde.

 

 



Tra i critici c'è anche Carlo Calenda, che su Twitter non ha mezze misure: "Rula questa è una bassezza. Non si fa politica così e tanto meno giornalismo - stigmatizza il fondatore di Azione e leader del Terzo polo -. Quello che ha fatto il padre della Meloni non c'entra nulla con lei. Cancella questo tweet che tra l'altro ha l'unico effetto di portare ancora più gente a sostenere FdI".

 

 

 

"Durante la sua campagna elettorale - scriveva a corredo del tweet la Jebreal, in inglese -, il nuovo Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha promosso un video di stupro in cui si afferma che i richiedenti asilo sono criminali che vogliono sostituire i cristiani bianchi. Ironia della sorte, il padre di Meloni è un famigerato trafficante di droga/criminale condannato che ha scontato una pena in una prigione spagnola". Parole deliranti che hanno convinto la Meloni ha querelare la giornalista.

 

 

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