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Giuliano Ferrara, "Enrico Letta 3 volte bravo": perché si è disintegrato

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Enrico Letta "è una brava persona, e le brave persone meritano stima". Di più, "è tre volte bravo", scrive Giuliano Ferrara sul Foglio. La definizione è torinese e umiliante, ma l'Elefantino ci crede davvero: la colpa del fallimento del segretario uscente del Pd, semmai, è del Pd stesso. Perché si tratta di "un organismo malato", votato controvoglia e spesso turandosi il naso. Letta, scrive Ferrara, ha provato a lottare e rimediare qualcosa, ma assediato da destra e da sinistra alla fine è crollato. Il guaio, per la sinistra, è che dovrà ora cedere lo scettro del potere a "una nuova generazione che non si vede, che al massimo è un’entità opaca, nebbiosa, mentre i giochi di corrente e di posizionamento degli anziani padroncini del consenso interno riprendono a strisciare come i serpenti sotto le foglie".

 

 

 

Nella Direzione nazionale, Letta ha messo la faccia e mostrato i suoi limiti. Perché "l’umiltà è la disponibilità all’ascolto, l’idea che c’è sempre qualcosa da imparare dagli altri - riflette Ferrara - mentre la politica è comunicare un progetto, anche con l’aiuto dei miti e dei sogni, e cercare un effetto di dominio, fatto anche di cattive maniere, per realizzarlo". Insomma, il profilo di Letta è troppo basso per ottenere davvero qualcosa. "Se Martin Luther King fosse stato umile - chiosa ancora l'ex direttore, oggi editorialista di punta -, invece che un impudente sognatore, non avrebbe contribuito a desegregare i neri d’America. Per un progetto da realizzare con feroce astuzia bisogna fumare a catena e intimidire" come Golda Meir, la Thatcher, Reagan, Giovanni Paolo II o Walesa. Con ogni evidenza, Letta non appartiene a questa cerchia di trascinatori. 

 

 



In altre parole, conclude Ferrara, l'umiltà "coltivata dalla sinistra cattolico-democratica recente come un totem, non conduce al bene comune, per non parlare del successo di parte o di partito, conduce al flop". E forse non è un caso che l'unica persona capace di portare il Partito democratico al 40%, Matteo Renzi, fosse così arrogante da aver silurato l'allora premier Letta con due sole parole, una mitologica balla. "Stai sereno".

 

 

 

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