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Alessandro Orsini inciampa sul traduttore? Rimandatelo a studiare

Orsini

Iuri Maria Prado
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Non è che lo dice e basta, così, di sfuggita. Nono, lo scandisce proprio bene bene: «A -M -P -I -O». Che sarebbe, spiega il professor Alessandro Orsini (o Orzini, in dizione Raitre), il nome di un Tizio che ha scritto non so più che cosa sul New York Times e che lui, appunto Orzini, ha citato a conforto delle tesi notoriamente azzeccatissime che da un po' di mesi a questa parte va propalando dai palchi dell'intrattenimento televisivo che abbondantemente - ampiamente, diremmo gli offrono spazio.

Ora voi avete presente chi è Alessandro Orsini. È quel tipetto che sulla guerra all'Ucraina diceva che bisognava isolare Zelensky, mica Putin, che l'Occidente è un ammasso di vermi, che la guerra l'han provocata Biden e la Nato, e che a renderla tanto più pericolosa è la Finlandia che vi aderisce, mica i russi che ammassano truppe ai confini, che le mamme di Mariupol gli scrivevano, a lui, a Orsini, dicendogli che lui aveva raggione con due g, che gli ucraini, resistendo all'aggressione russa, dimostravano di tenere poco ai loro bambini, perché i bambini possono essere felici anche in dittatura, e via di questo passo. E se qualcuno provava a contraddirlo, lui liquidava l'interlocutore dicendogli: «si vede chiaramente che lei non è una persona cresciuta in ambienti prestigiosi» (anche qui con due g, possibilmente: «prestiggiosi»).

E che si fa negli ambienti prestigiosi? Si prende un articolo in inglese, lingua che non si conosce, lo si sbatte su un traduttore automatico che- mannaggia- ti traduce pure il nome dell'autore, che da «William J. Broad» diventa «William J. Ampio» ("broad" in inglese significa appunto "ampio", "vasto", e simili), e poi si fa una lezione in cui si spiega che so' forti l'americani e che a Kansas City, anzi no, a New York, ce sta uno anche lui di ambiente ampiamente prestigioso che dice cose ampiamente prestigiose e si chiama Ampio. «$ proprio come si scrive», tiene prestigiosamente a chiarire Mister Orsini: «A-Emme-Pi-I-O», Ampio.

Pare che ampie pernacchie si siano levate dai social e dalla rete (erwebb): ma deve trattarsi di ambienti poco prestigiosi. Nell'attesa che il professor Orsini ci spieghi che quell'infortunio, chiamiamolo così, è in realtà un altro esperimento della "complessità" dei suoi ragionamenti e delle sue prospettive di soluzione del conflitto, per esempio la bella trovata di calcolare l'intensità delle sanzioni sul numero dei bambini massacrati (se son pochi, sanzioncina, se salgono, si valuta, e se anziché bambini sono donne e vecchi, niente, solo un'ammonizione), le televisioni e i giornali che se lo contendono potrebbero spiegarci che altro deve fare uno così per essere rimandato negli ambienti prestigiosi da cui proviene.

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